GHOSTBUSTERS 3D Regia: Paul Feig Interpreti: Melissa Mccarthy, Kristen Wiig, Kate Mckinnon, Leslie Jones Torna uno dei “marchi” hollywoodiani più noti dell’era moderna. Era il 1984 quando uscì il primo “Ghostbusters” che divenne subito un fenomeno di culto: gadget e magliette con il logo del film simbolo del “divieto di fantasma”, la canzone interpretata da Ray Parker Jr. che spopolava ovunque; quasi un fenomeno di costume, che andava molto al di là dei meriti della pellicola. Puntuale, nel 1989 arrivò il seguito, sempre interpretato da Bill Murray, Dan Aykroyd, Harold Ramis, Ernie Hudson, diretti da Ivan Reitman. Oggi, a distanza di oltre trent’anni dal capostipite, i tempi sono cambiati e un nuovo progetto raccoglie i cambiamenti sociali e tecnologici con un cast tutto al femminile e la variante del 3D che nel caso della rappresentazione dei fantasmi che aleggiano ovunque trova finalmente un suo giustificato utilizzo. Il cast è tutto rinnovato, d’altra parte due anni fa è scomparso Harold Ramis, attore e sceneggiatore insieme a Dan Aykroyd che resta come produttore, così come Ivan Reitman. SKIPTRACE – MISSIONE HONG KONG Regia: Renny Harlin Interpreti: Jackie Chan, Johnny Knoxville, A sessantadue anni suonati Jackie Chan non accenna a fermarsi, tanto che ha già in cantiere un “Rush Hour 4” e un “Karate Kid 2”: il fenomeno del cinema d’azione made in Hong Kong, adottato da Hollywood per la sua simpatia, oltre che per la sua bravura, torna con una tipica commedia basata su una coppia di poliziotti. E dire che molti, all’epoca dei suoi primi film (ne ha all’attivo oltre un centinaio) storcevano il naso facendo il confronto con la maestria e la “serietà” di Bruce Lee, colui che aveva fatto conoscere il kung fu nel mondo con le sue pellicole; invece, poi, il tempo gli ha dato ragione, per aver rinnovato il genere mischiandolo alla commedia, un po’ come ha fatto il compianto Bud Spencer con Terence Hill per il western. Inoltre, sua peculiarità, Chan ha sempre fatto in prima persona le sequenze acrobatiche a rischio di farsi male, ma trasformava anche questo in spettacolo, inserendo incidenti ed errori nei titoli di coda. A cura di Umberto Ferrari