Ieri, ad Asti, in tribunale cinque donne di Casorzo sono comparse davanti al giudice Leonardo Bianco per la seconda udienza preliminare relativa al crack finanziario del loro Comune.
Si tratta di un debito di un milione e 200 mila euro con la Cassa Depositi e Prestiti. Responsabile della precaria situazione finanziaria  sarebbe stata la precedente amministrazione comunale. Il pubblico  ministero dott. Francesco Giannone oltre all’ex sindaco Lucia Allara contesta il reato di truffa e falso anche all’ex segretario comunale Giuseppina Minissale ed alle impiegate amministrative Ornella Aletto e Maria Luisa Vasconi  oltre al revisore dei conti la commercialista Micaele Marello.  Il raggiro alla banca  sarebbe consistito nel chiedere sette prestiti dal 2002 al 2006 per eseguire lavori straordinari nel paese. Si voleva costruire un ambulatorio, un asilo nido, una piattaforma per la raccolta dei rifiuti differenziati e per restauri in una chiesa.  Il denaro finito nelle casse comunali sarebbe stato invece usato per ordinaria amministrazione. Dopo che l’avvocato della difesa Enrico Dagna ha presentato un’ampia documentazione per giustificare le spese, il giudice ha aggiornato il processo al 5 dicembre prossimo.