Sono in corso Volta, salgo al terzo piano, busso alla porta. Non ce n’è bisogno, è soltanto socchiusa. Si sentono delle voci confuse, dei lamenti, dei pianti, dei singhiozzi. Mirembrema. – Buonasera, dico, con gli occhi bassi. Stringo la mano ad un uomo, ha gli occhi rossi. Mi fa entrare in una stanza. E’ una stanza semplice, ci sono soltanto un piccolo divano, un letto, un armadio; i muri sono spogli, ad eccezione di un’aquila bicefala nera su fondo rosso. Ci sono cinque donne, tutte cupe e vestite di nero. Una di queste sta sfogliando dei quaderni, ci sono dei disegni infantili, colorati e vivaci. Un bambino ha disegnato tutta la sua famiglia: la mamma, il papà e il fratellino. Poi la donna apre una cartellina  piena di disegni dei suoi compagni di classe. Mi vede e mi invita a sedermi. C’è posto solo sul letto. Mi tende uno dei fogli, e vi leggo, in una grafia infantile: “Sono molto triste. Mi manchi tanto. Sarai per sempre nel mio cuore. Il tuo migliore amico”. La donna si copre il volto con le mani e scoppia nell’ennesimo pianto amaro, ripetendo il nome di suo figlio, “Aleks, Aleks!”. Nessuna parola ha un senso. Cala il silenzio, si sentono soltanto i cucchiaini ticchettare contro le tazzine di caffé. Bevo a fatica, ho lo stomaco chiuso, ma non si può rifiutare un segno di ospitalità. Mi dice che sul letto dove sono seduta dormiva Aleks. Aveva sette anni. Ad un tratto entra un bambino, è piccolo ma cammina veloce. Finalmente negli occhi spenti e senza vita della madre si accende una luce, si scorge un po’ di dolcezza. Il telefono squilla, è lo zio che chiama per sapere come stanno. La donna passa il telefono al piccolo, che gli parla un po’ in albanese e un po’ in italiano. E’ sereno, inconsapevole, ride, ha solo due anni. Oltrepasso la soglia intontita, e non posso trattenere le lacrime. Arrivano altre persone, tutta la comunità albanese è in lutto, e cerca di mostrare la sua solidarietà. Uscendo, è impossibile non guardarsi indietro, verso la finestra da cui Aleks ha spiccato l’ultimo volo.

Ornella Darova   casa bambinoVerrà tumulata oggi, venerdì, alle 11, nel cimitero di Asti la salma del piccolo Alex Hasko, vittima di un terribile incidente domestico. Sabato scorso il bambino, 7 anni, di origine albanese, è precipitato dalla finestra del soggiorno della sua abitazione al secondo piano di una palazzina di via Borelli, nella zona di corso Volta. Un volo di una decina di metri che non gli ha lasciato scampo. La tragedia si è consumata in pochi minuti, mentre il bimbo era solo a casa. Il padre lo aveva lasciato seduto davanti alla televisione solo il tempo di andare a prendere la madre al lavoro.