Non si conosce ancora la data del funerale di Emanuele Negro, il bambino di 4 anni annegato ieri sera nello stagno della sua villetta a Dusino San Michele. L’allarme è scattato intorno alle 20 quando i genitori si sono messi alla ricerca del piccolo che stava giocando nel giardino della loro abitazione di strada Valfenera, a San Michele. Emanuele sembrava aver fatto perdere le sue tracce fino a quando la famiglia non lo ha trovato all’interno di uno stagno, regolarmente recintato. Da alcune indiscrezioni sembra che alcuni amici già prima dell’arrivo dell’ambulanza, abbiano cercato di rianimare il bambino, ma per lui non c’è stato nulla da fare. Un’ora dopo il trasferimento all’ospedale Massaia il suo cuore ha smesso di battere. Il lavoro degli operatori dell’ambulanza e dei medici del pronto soccorso è stato difficile e lungo.
“Alle 20,40 il Pronto Soccorso veniva allertato dal 118 dell’arrivo di un bambino di 4 anni assistito in seguito a sindrome da annegamento accaduta al domicilio – spiega il primario del pronto soccorso del Massaia Gianluca Ghiselli -. Venivano immediatamente convocati in Shock Room l’Anestesista e il Pediatra di Guardia, che, insieme all’équipe del Pronto Soccorso, preparavano il materiale necessario all’assistenza del bambino”.
L’ambulanza è arrivata al nosocomio dopo 10 minuti, alle 20.50 ma Emanuele era già in arresto cardio respiratorio da annegamento. “Il personale del 118 stava già praticando il massaggio cardiaco esterno con supporto alla ventilazione e con infusione di farmaci vasoattivi – continua il primario -. Il paziente si presentava in stato di ipotermia profonda (23 gradi centigradi registrati all’ingresso), il che ha lasciato uno spiraglio terapeutico dovuto proprio all’azione protettiva dell’ipotermia sul sistema nervoso centrale, ma con una condizione estremamente grave dal punto di vista cardiaco: presentando cioè un quadro di asistolia (completa e totale mancanza di attività elettrica del cuore). Si è proceduto a praticare la rianimazione cardiaca avanzata con continua somministrazione di farmaci vasoattivi, riscaldamento progressivo del paziente e supporto alla ventilazione”.
Nonostante tutti gli sforzi del personale del pronto soccorso e del 118 però per Emanuele non c’è stato nulla da fare, anzi pare che non abbia mai dato segni di ripresa di attività elettrica e meccanica del cuore.
“La rianimazione si è protratta per circa 60 minuti – continua Ghiselli -. Alle 21,50, vista l’assoluta mancanza di segni di ripresa, però, siamo stati costretti a constatare il decesso”. Una tragedia a cui hanno assistito i genitori del piccolo che gli sono rimasti accanto assistendo direttamente a tutto quello che veniva fatto con un medico della struttura che spiegava le azioni intraprese e le loro finalità. I genitori, questa mattina, nonostante l’estremo dolore, hanno scelto di donare le cornee di Emanuele. La famiglia, fanno sapere i carabinieri intervenuti per i riscontri, non ha alcun tipo di responsabilità in questa tragedia.