Nell’ambito della collaborazione avviata da tempo con il Comune, la guardia di finanza di Asti  ha terminato ulteriori accertamenti sulla veridicità  dei dati indicati da alcuni residenti al fine di ottenere un contributo annuale per il pagamento del canone di affitto dell’alloggio del proprio nucleo familiare.
Tale attività è normalmente svolta dalle fiamme gialle per contrastare le frodi al bilancio pubblico nel settore delle prestazioni sociali agevolate, vale a dire gli aiuti elargiti  alle persone meno abbienti e disagiate.
Nel corso dei controlli riguardanti i beneficiari di sostegno economico per l’anno 2009, i militari hanno accertato che altri tre richiedenti (in aggiunta a quelli scoperti alcuni mesi fa), già destinatari di un contributo variante fra 600 e 950 euro, avevano dichiarato, nell’istanza presentata, redditi inferiori ad oltre la metà di quelli effettivamente percepiti, nell’anno di riferimento, da tutti i propri conviventi.
Nella fattispecie, si tratta di due nuclei familiari italiani ed uno di origine marocchina, tutti con residenza in Asti, i cui capifamiglia svolgono attività di lavoro dipendente.
Oltre alla segnalazione inoltrata al Comune, la Guardia di Finanza ha informato l’Agenzia delle Entrate dell’esito degli accertamenti, per le successive incombenze. Pur evitando la denuncia all’A.G. per il mancato superamento della soglia stabilita dal Codice Penale, i tre soggetti, oltre alla restituzione di quanto indebitamente ottenuto, dovranno pagare una sanzione amministrativa fino a tre volte l’importo a loro erogato.