Operazione contro lo sfruttamento della prostituzione realizzata dall’Ufficio Immigrazione e dalla Squadra Mobile della Questura di Asti. Nella giornata di ieri, 30 settembre, gli operatori della Polizia di Stato hanno arrestato, per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, una cittadina cinese, legalmente soggiornante in Italia, di 49 anni.

Le indagini erano partite nel mese di settembre, allorchè il personale dell’Ufficio Immigrazione acquisiva notizia che all’interno di un appartamento in C.so Torino una donna di origine cinese veniva costretta a prostituirsi con la forza.

Venivano predisposti dei servizi di appostamento nel corso dei quali si notavano numerosi uomini giungere presso il palazzo in questione, in prossimità dell’incrocio con corso Ivrea, i quali, dopo una breve telefonata, entravano nel portone del condominio. Gli stessi individui venivano poi visti uscire dal palazzo dopo circa un ventina di minuti. I clienti venivano fermati e identificati e successivamente convocati negli uffici della Questura per chiarire la loro presenza nell’appartamento.

Gli uomini confermavano di recarsi nell’alloggio al solo scopo di consumare un rapporto sessuale con una donna di origine cinese e di aver estrapolato il numero da un periodico locale ricco di annunci di tipo personale.

Ieri gli operatori dell’Ufficio Immigrazione, unitamente a personale della Squadra Mobile, Sezione reati contro la persona, omicidi e prostituzione, effettuavano un blitz all’interno dell’appartamento.

L’occasione di fare ingresso nel luogo di appuntamenti veniva data da un uomo che, dopo aver sostato qualche istante davanti il portone d’ingresso dello stabile ed aver effettuato una chiamata con il cellulare, entrava e saliva sino al terzo piano.

Gli operatori di Polizia lo seguivano e riuscivano ad arrivare all’appartamento. Qui una donna asiatica, in seguito tratta in arresto, apriva la porta di ingresso.

Nell’alloggio, in precarie condizioni igienico-sanitarie, gli agenti notavano immediatamente che in cucina era presente un cittadino asiatico, irregolare sul territorio, mentre in un’altra stanza, con la porta chiusa, c’era donna asiatica che stava consumando un rapporto con un cliente.

Curioso il metodo che gli sfruttatori della prostituta avevano trovato per tenere sotto controllo l’afflusso dei clienti: all’interno dell’alloggio, accuratamente occultato, c’era un monitor, al quale era collegata una microcamera sistemata sul balcone esterno, che riprendeva il marciapiede antistante il portone d’ingresso.

Circa 5000 euro, in banconote di vario taglio, sono state sequestrate, con diversa, altra documentazione, in lingua italiana e cinese, utile per sviluppare ulteriori indagini.

La cittadina cinese, vittima dello sfruttamento, ascoltata in Questura con l’ausilio di un interprete, dichiarava di essere arrivata in Italia da qualche anno ed essere ad Asti dalla metà del 2015: tutto il denaro provento della sua attività veniva tutto consegnato all’arrestata, senza che la donna ne potesse disporre. La donna è stata pertanto accompagnata in una struttura protetta.

Per il cittadino cinese presente nell’alloggio è stato avviato l’iter per l’espulsione.

Proseguono le indagini per verificare se dietro all’attività di sfruttamento ci fosse un’organizzazione dedita allo sfruttamento di altre donne asiatiche.