Il tribunale di via Govone si salverà. Sembra questa l’unica certezza dopo di tagli previsti dal mimistro della Giustizia Paola Severino che sanciranno la fine di molti palazzi di giustizia “minori”, fra cui quello di Casale Monferrato e quello di Acqui Terme, a cui molti comuni dell’Astigiano fanno riferimento. Saranno quindi una ventina i comuni che si troveranno senza tribunale e che saranno costretti a cambiare, dirottandosi con tutta probabilità su Asti o Alessandria. Fra questi non solo piccoli paesi, ma anche realtà importanti come Nizza, Canelli e Moncalvo. Un nuovo assetto quindi per la giustizia astigiana al centro di una serie di incontri che il deputato del Partito Democratico Massimo Fiorio (nella foto) ha tenuto con i sindaci dei comuni interessati dalla scure della Severino.
“Ritengo che i rappresentanti dei comuni – ha precisato Fiorio – possano esprimere un parere su di un provvedimento che rischia di cadergli sulla testa e che è modificabile in tali aspetti. La soluzione che naturalmente si prospetterebbe di confluire sotto Alessandria se si vuole, si può cambiare”.
L’idea del politico è quella di capire se esista la possibilità di confluire sotto il palazzo di giustizia d via Govone che però, qualora la proposta venisse accettata, dovrebbe essere potenziato a livello di personale, per poter così farsi carico delle udienze civili e penali rimaste “orfane”. Oggi il tribunale astigiano conta infatti una ventina di magistrati e 70 impiegati, un numero che non sarebbe sufficiente per espletare i nuovi potenziali incarichi.