Ad Asti, al carcere di Quarto continua lo stato di agitazione proclamato da tutte le segreterie provinciali dei sindacati della polizia penitenziaria.
Gli agenti protestano per diversi motivi: mancato riconoscimento dei diritti lavorativi e sindacali; crescente sovraffollamento della popolazione detenuta; persistenti carenze di organico della polizia penitenziaria; rischi per la sicurezza interna ed esterna connessi alle particolari tipologie  della popolazione detenuta attualmente presente con 137 detenuti ad “alta sicurezza” più due detenuti affiliati ad Al Quaeda.
In un comunicato tra l’altro si legge: “La situazione è grave al punto che il personale sente il dovere di manifestare la propria rabbia attraverso le prime immediate e, non ultime forme organizzate di protesta con le seguenti modalità: un “sit-in” fisso all’esterno della casa di pena ; rifiuto dei pasti della mensa di servizio; l’auto consegna del personale libero dal servizio. Si sta inoltre pensando di applicare lo “sciopero bianco” che consiste nella ferrea applicazione del regolamento carcerario e delle relative procedure che consentono di normalizzare lo svolgimento delle attività all’interno  dell’istituto ma che provocherà molti disagi.
Ieri, Rosanna Valle, consigliere regionale del PDL in un comunicato scriveva: “In questo periodo, da anni esplode l’emergenza carceri. Il problema è noto, nel manifestare la mia solidarietà ai direttori degli istituti di pena ed a tutto il personale costretto a lavorare in condizioni di estrema difficoltà, sollecito provvedimenti atti a migliorare la situazione.  Il carcere deve assolvere alla funzione di fare espiare la pena a chi si è macchiato del delitto, rieducandolo per favorirne l’inserimento nella società al termine della condanna. Serve, un’equilibrata riforma della giustizia, da adottare in tempi brevi, per consentire una vera riabilitazione dei condannati, restituendo loro la dignità umana e tutelando in modo concreto chi con i carcerati deve lavorare ogni giorno”.