E’ molto positivo il bilancio che si può trarre a una settimana dalla demolizione del campo rom della Boana. La maggior parte delle quasi quaranta persone che a “regime” abitavano l’area si è allontanata dalla Città di Asti. Qualcuno si è sistemato per conto proprio. Il problema maggiore è rappresentato da un nucleo famigliare, formato da una decina di persone, tra cui molti bambini che sono anche formalmente residenti ad Asti e frequentano le nostre scuole, che invece è rimasto in Città, abitando su un camper che cambia spesso posizione sul territorio comunale. “A questa famiglia, proprio in ragione della presenza dei minori, i nostri servizi sociali hanno offerto un’accoglienza provvisoria, finalizzata a intraprendere un processo di integrazione, che però è stata rifiutata” spiegano il sindaco Brignolo e l’assessore ai servizi sociali Vercelli. Questa azione di mediazione sociale e culturale viene ora accompagnata da una forma più incisiva di persuasione: l’emissione da parte del sindaco di una ordinanza che vieta il campeggio su tutto il territorio comunale, volta proprio a contrastare questa forma di uso del camper come abitazione, che non è igienica né per la comunità né per i bambini costretti a vivere in condizioni inidonee. Già nei mesi scorsi altri due nuclei famigliari, “fuoriusciti” dal campo rom della Boana, si erano messi a vivere su due camper, che parcheggiavano di volta in volta in zone diverse della Città (parcheggio Pam, campo del Palio, parcheggio Way Assauto, etc.). In quel caso una analoga ordinanza del sindaco e l’azione di contrasto molto intensa attuata dalla Polizia Municipale (da mese di gennaio a quello di ottobre sono stati sequestrati al gruppo ventidue veicoli, tra camper, furgoni e autovetture) avevano sortito l’effetto di far cessare questa pratica.