In economia bisogna saper diversificare le azioni. Un insegnamento che ladri specializzati in furti in cantine e garage sembra aver fatto proprio.
La banda infatti commetteva colpi per rivendere il bottino a ricettatori e con i soldi acquistare cocaina e hashish da consumare per uso personale. Non solo se nelle razzie recuperavano qualche genere alimentare come carne congelati, fusti di olio, cartoni di latte, lo portavano a casa evitando così di andare a fare la spesa. Ma non si tratta di ladri sprovvediti, piuttosto di soggetti ben organizzati, che per evitare di essere facilmente individuati dalle forze dell’ordine, si recava sulle scene del crimine usando mezzi rubati nei furti precedenti.
Proprio il modus operandi e le decine di denunce arrivate nel giro di pochi giorni nella caserma dell’Arma di via delle Corse ha dato vita all’indagine dei carabinieri della compagnia di Asti. In tutte le segnalazioni le vittime raccontavano di aver trovato il basculante del proprio garage bucato all’altezza della serratura.
Un dettaglio che ha fatto pensare agli inquirenti di trovarsi di fronte a un’unica banda criminale.
Da gennaio ad aprile i militari hanno attribuito al gruppo, oggi sgominato, 136 furti avvenuti fra Asti, Alba e Nizza.
Colpi avvenuti in cantine e garage di palazzine densamente abitate.
L’operazione Gran Bazar ha portato all’individuazione di 12 soggetti, italiani, albanesi e marocchini che insieme collaboravano alla commissione dei furto e alla ricettazione della roba.
Cinque le ordinanze di custodia cautelare in carcere, due gli obblighi di dimora.

Per i carabinieri astigiani si tratterebbe di un gruppo di soggetti specializzati in furti nei garage e nelle cantine. In pratica avevano escogitato un modo per aprire quasi tutte le serrande dei box. Una volta dentro facevano razzia di tutto ciò che trovavano, dagli attrezzi edili agli arnesi da lavoro, dalle biciclette ai trapani, fino a quegli alimenti che generalmente si tengono in cantina, come scorte alimentari di carne congelata, lattine di olio d’oliva, latte e vino.
Se il colpo era particolarmente fortunato poi i ladri si impossessavano anche di auto o moto lasciate con le chiavi nel cruscotto.
Proprio questi mezzi “puliti” e non riconducibili al sodalizio venivano usati per raggiungere i nuovi obiettivi da derubare.
“Prima e dopo ogni colpo facevano uso di stupefacenti e proprio il provento dei furti serviva loro per acquistare la droga”, precisano il tenente Roberto Iandiorio e il capitano Alessandro Guglielmo che hanno coordinato le indagini.
Tre invece i ricettatori che in altrettanti garage del centro città allestivano veri e propri bazar dove piccoli criminali astigiani andavano a comprare la merce rubata.
Nel corso dell’operazione i militari hanno sequestro anche numerosi borse e altri accessori di abbigliamento abilmente contraffatti.
“Le indagini hanno interessato un periodo di quattro mesi, permettendo di risalire a 136 furti denunciati, ma non è probabile che all’appello manchino altri furti commessi in precedenza o mai segnalati a noi”, hanno concluso i carabinieri.
Chiunque abbia subito un furto, fra Asti e Alba, può rivolgersi ai carabinieri del comando provinciale di via delle corse per l’eventuale riconoscimento degli oggetti.