Ci sono novità nelle indagini portate a termine dalla guardia di finanza di Asti su numerose aziende di trasporti facenti capo a un imprenditore locale, condannato in primo grado a quattro anni di reclusione per frode fiscale. Le fiamme gialle nell’ambito dell’inchiesta che ha portato alla luce un giro di fatture false per oltre 50 milioni di euro, hanno individuato altre due aziende astigiane, contestando sanzioni amministrative ai rispettivi rappresentanti legali, un anziano autotrasportatore residente a Genova e Luciano Grasso, l’imprenditore già indagato e condannato.
Secondo gli accertamenti le ditte non avrebbero presentato le previste dichiarazioni fiscali diventando così evasori totali.
I finanzieri hanno quantificato complessivamente in oltre 17,5  milioni di euro il reddito imponibile che sarebbe stato occultato al Fisco e circa 5,8 milioni di euro l’iva evasa.
Al termine delle indagini che hanno coinvolto finora tredici imprese (otto astigiane appositamente costituite per la commissione della frode, e le rimanenti, con sede nelle province  di Cuneo, Alessandria e Asti, destinatarie delle fatture false), risultano attualmente indagate 10 persone.
Il Tribunale ha inoltre stabilito, con la sentenza di primo grado, la confisca di 780 mila euro nelle disponibilità di Grasso.