Nel quadro degli approfondimenti operativi antiriciclaggio, il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Asti ha analizzato una “segnalazione di operazioni sospette” trasmessa dall’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia.
L’input riguardava gli eccessivi prelevamenti in contanti e versamenti di assegni, per alcuni anni, su un conto corrente personale intestato ad un professionista astigiano nella locale agenzia di una banca nazionale. Le non convincenti giustificazioni ricevute dal cliente in merito a tali operazioni hanno, così, indotto l’istituto di credito a segnalare la fattispecie alla Banca d’Italia con conseguente attivazione delle fiamme gialle che, in tali circostanze, si avvalgono degli specifici poteri di polizia valutaria.
I successivi riscontri, eseguiti dai finanzieri, sono risultati particolarmente complessi in quanto, nel frattempo, il titolare del rapporto bancario era deceduto.
Grazie all’analisi contabile dei dati, ad un controllo incrociato svolto nei confronti di una società operante nel settore edile, con sede nella provincia, che aveva emesso alcuni dei titoli incassati dal correntista attenzionato nonché alle dichiarazioni rilasciate, ai militari, dalle persone interessate, è stato possibile accertare che le operazioni finanziarie sospette erano state effettuate dai responsabili della predetta società, su richiesta del proprio studio di elaborazione dati, gestito  dai congiunti dell’intestatario del conto corrente. In pratica, gli assegni versati, talvolta firmati in bianco, erano conseguenti ad altrettante richieste dello studio astigiano, motivati soprattutto dal pagamento di contributi previdenziali ed assicurativi nonché delle imposte del periodo.
Dalle indagini delle fiamme gialle, invece, è risultato che le tasse e i contributi per i quali erano stati formalmente emessi i titoli bancari (un totale di 75.000 euro) risultavano già pagati mediante la compensazione di un credito Iva vantato dalla società nei confronti dell’Erario, ad insaputa della medesima.
Per il versamento della predetta somma e l’indebito incasso da parte del titolare del conto corrente, la guardia di finanza ha denunciato all’Autorità Giudiziaria una dipendente dello studio astigiano, in concorso con quest’ultimo, per truffa aggravata.