L’Asl AT moltiplica le azioni contro la violenza domestica e sessuale.
E’ da poco decollato il progetto Daphne3, finanziato dall’Unione Europea, in cui l’Azienda sanitaria giocherà un ruolo fondamentale: insegnare a 50 operatori, attraverso corsi di formazione, a trovare il nesso tra disagio mentale e violenza domestica.
Questo problema – spiega Caterina Corbascio, direttore della struttura Psichiatria Valle Belbo – è sempre esistito, ma solo di recente ha iniziato a emergere con maggiore evidenza. Spesso dietro ad alcune patologie che colpiscono le nostre utenti si nasconde un abuso familiare, subito non di rado durante l’infanzia. Questi soggetti sono dunque vittime due volte. Gli operatori che formeremo avranno il non facile compito di cercare di intercettare la relazione tra determinati disturbi e l’abuso sessuale: coinvolgeremo medici, infermieri, assistenti sociali, educatori”.
Il programma formativo di Daphne3 sarà affidato all’Asl AT, che lo condividerà con la Grecia (associazione onlus Epapsy): insieme avranno il compito di istruire operatori socio-sanitari, oltre che delle rispettive nazioni, di Inghilterra, Slovenia, Polonia. L’Asl AT, che predisporrà le azioni formative attraverso Caterina Corbascio e Gabriella Sala, coordinatrice delle assistenti sociali e degli educatori, è l’unica azienda sanitaria italiana coinvolta nel progetto internazionale, a cui aderisce anche la facoltà di Psicologia dell’università di Torino. Una decina gli operatori dell’Asl astigiana che seguiranno le lezioni tenute da specialisti esperti. Daphne3, che ha come capofila l’Inghilterra, durerà un anno: tra i soggetti partner anche associazioni impegnate contro la violenza alle donne o che gestiscono case rifugio.
Intanto, dall’inizio dell’anno, sono saliti a 33 gli accessi al Pronto Soccorso per violenza domestica o sessuale: in 26 casi a ricorrere alle cure dei medici sono state le donne; 5 i minori e 2 gli uomini. Per migliorare la risposta nel trattamento delle vittime, l’Asl AT a partire da giovedì 6 maggio, e fino a ottobre, promuoverà corsi di formazione rivolti al personale interno (medico dell’emergenza/urgenza, psicologo, psichiatra, ginecologo, ostetrica, infermiere, assistente sociale, mediatrice culturale, ecc.). Saranno approfonditi i protocolli già in atto in Pronto Soccorso e temi come l’accoglienza e comunicazione, la raccolta delle prove contro la violenza sessuale, il supporto legale. Sarà anche illustrato il progetto dell’Asl AT “Uscire dalla violenza è possibile” che riguarda, tra l’altro, la gestione del “posto letto segreto”, stanza allestita all’interno del Massaia in cui può trovare immediata accoglienza la donna (spesso anche il figlio minore) che ricorre all’ospedale in attesa di trovare una collocazione in strutture mirate per la propria salvaguardia: centri di protezione, comunità alloggio, ecc.
Proprio per garantire alla vittima di violenza un kit di prima accoglienza (indumenti, prodotti per l’igiene della persona, ecc.) l’Asl AT ha redatto “Il salvadanaio della solidarietà”, progetto che di recente ha ottenuto il maggior finanziamento nell’ambito del bando provinciale sulle pari opportunità.