Braccianti impiegati in modo irregolare nelle campagne dell’Astigiano. La guardia di finanza di Canelli ha individuato 35 lavoratori non a orma e altri quattro completamente in nero che venivano impiegati in cooperative agricole della provincia. Un’indagine figlia di un’altra importante azione di contrasto allo sfruttamento del lavoro nero che nel 2015 aveva portato all’individuazione di 106 impiegati irregolari nel settore vitivinicolo. Inoltre, era emerso che alcune delle cooperative agricole coinvolte, rette per lo più da  stranieri, erano  anche  in grado di offrire manodopera a basso costo , utilizzando  prevalentemente cittadini di nazionalità extracomunitaria. Il contesto appariva agli investigatori ben articolato in quanto,  oltre ai 106  lavoratori  impiegati  senza alcun tipo di tutela previdenziale ed assicurativa, se ne affiancavano altri  che operavano nei vigneti in violazione alla normativa sui contratti di appalto. Si trattava, in particolare, di rapporti contrattuali attraverso cui gli imprenditori agricoli  affidavano a terzi, con obbligo di risultato,  la raccolta delle uve, senza intervenire in a lcun  modo nella gestione delle maestranze , mascherando  un vero e proprio impiego di  manodopera alle dirette dipendenze dell’agricoltore ed eludendo  qualsiasi obbligo  tributario e previdenziale  derivante dall’assunzione diretta. Le fiamme gialle dopo questo primo importante risultato hanno proseguito gli accertamenti arrivando, oggi, a inviduare altri lavoratori irregolari che venivano ospitati, in condizioni igienico-sanitarie molto più che precarie, in un cascinale abbandonato nel comune di Castagnole Lanze. Lì gli investigatori hanno sequestrato anche 200 pacchetti di sigarette di contrabbando destinate probabilmente ai lavoratori. All’esito delle  attività di verifica, sono state constatate violazioni fiscali  relative  all’omesso  versamento di Iva, alle  ritenute fiscali e  alla  contabilizzazione di costi per  un ammontare  di circa 150.000 euro.