Sul caso della morte della neonata, spirata appena dopo il parto, nel periodo di Natale, nell’ospedale Massaia, arriva la replica del primario di Ostetricia e Ginecologia Maggiorino Barbero.
La paziente si è presentata da sola al Pronto Soccorso di Ostetricia-Ginecologia dell’ospedale Cardinal Massaia il 21 dicembre, alle 8.45 circa, proveniente dal Centro prelievi per un esame di routine. La signora ha raccontato che, nell’attesa di fare gli esami del sangue, ha accusato un’accentuazione della sintomatologia dolorosa addominale, già presente in precedenza, che l’ha indotta a richiedere una visita ostetrica urgente.
Alle ore 8.54 è stata sottoposta a triage con immediata visita ostetrica: dopo un’attesa, pertanto, non superiore a dieci minuti a causa dell’accettazione e ricovero di una paziente, in travaglio attivo, già presente nella sala visita del nostro Pronto Soccorso / Accettazione.
La presenza di sintomatologia dolorosa intensa e la mancata percezione di battito cardiaco fetale, non visualizzato neanche con l’ecografo del Pronto Soccorso, hanno fatto porre diagnosi di morte endouterina del feto. Tale diagnosi è stata immediatamente confermata con un ulteriore controllo ecografico, che documentava un distacco placentare con presenza di coaguli retroplacentari (causa della morte del feto risalente ad almeno alcune ore prima).
La paziente aveva valori pressori ai limiti superiori della norma ed edemi diffusi, presenti da alcuni giorni come riferito da lei stessa.
Si è  proceduto alla richiesta di esami urgenti, sacche di sangue e successiva preparazione per il taglio cesareo. Durante quest’ultimo, avvenuto in sala operatoria alle 12,10, l’utero appariva cianotico e rilassato. Dopo l’estrazione del feto è stato confermato il distacco di placenta e la presenza di coaguli retroplacentari. ?L’utero presentava scarsa contrattilità e quindi abbondante sanguinamento: sono state utilizzate tutte le procedure richieste per far fronte anche a questa situazione. Dopo il cesareo, la ricomparsa di sanguinamento con assenza di coaguli ha indotto i sanitari a intraprendere tutte le prassi medico/chirurgiche del caso, compreso il tamponamento uterino e l’utilizzo di un farmaco  innovativo applicato, secondo le raccomandazioni del Ministero della Sanità, prima di un eventuale intervento demolitore.
La tempestività e la correttezza con cui i sanitari hanno operato sono state fondamentali per risolvere una situazione che in molti casi (compreso quello della signora in oggetto, giovane e senza figli) porta alla necessità di un intervento drammatico, come  l’asportazione dell’utero, e in alcuni frangenti, non rarissimi, alla morte della paziente.
I dati del Ministero della Salute indicano che la mortalità materna, correlata al travaglio e al parto, non è assolutamente azzerata in alcuna parte del mondo: negli ultimi anni si è aggirata, in Italia, su 3 per centomila nati vivi ( 2,16 nel Nord Ovest, 4,34 nelle isole).
La prevalenza del distacco di placenta è di 5/15 per mille parti, con una mortalità materna che sfiora l’1% e una mortalità perinatale del feto del 20%.
E’ importante, infine, sottolineare che negli ultimi dodici anni di attività diretta dal sottoscritto, all’Ostetricia-Ginecologia astigiana non si è mai verificata una morte materna legata al parto
“.