“C’è tanta gente onesta, tanta gente qualunque che ha fiducia in me. Non posso deluderla”. E’ il mantra del comandante provinciale Fabio Federici che ha fatto sue le parole del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Una frase più volte scandita nel suo saluto di arrivederci ad Asti in vista del trasferimento alla guida dell’Arma di Mantova. L’arrivederci, non un addio, visto che lo stesso Federici si è detto “astigiano forever” è stato dato dalle massime autorità cittadine nella sede dell’università di Asti. Un’occasione per ripercorrere i 50 mesi in cui il tenente colonnello è stato alla guida dell’Arma locale, ma anche membro attivo della nostra società, capace di capirne le necessità e le esigenze. Come quella della sicurezza: “Assistiamo al progressivo emergere di una duplice dimensione del concetto di sicurezza. Mi riferisco alla sicurezza reale, intesa come difesa dall’aggressione criminale ai diritti e alle libertà dei cittadini e alla sicurezza percepita, cioè alla soggettiva valutazione del rischio di rimanere vittima di una condotta illecita – ha commentato -. Il nostro compito è quello sia di curare il reale, con provvedimenti seri, ficcanti e concreti, di contro tuttavia questi sacrifici spesso non bastano e pertanto dobbiamo aver cura anche della sicurezza percepita”.  Un compito che si raggiunge soltanto attuando iniziative finalizzare a far conquistare la fiducia nelle Istituzioni. Quindi un lavoro di repressione e prevenzione. Un lavoro quotidiano che per Federici ha significato l’incentivo di iniziative di concerto con le altre forze dell’ordine, ma anche campagne antitruffa, conferenze nelle scuole, l’istituzione del carabiniere di quartiere e quella del servizio di ascolto, conferenze mirate che hanno raccolto 5.000 persone. Il bilancio Il problema reale della nosta provincia è rappresentato dai reati di criminalità diffusa come i furti, l’immigrazione clandestina, la prostituzione e la tossicodipendenza, oltre alla presenza di campi nomadi. Nel 2014, grazie all’effetto mirato dell’analisi georeferenziata dei reati, i crimini sono calati del 16% rispetto al 2013, anno nero per la nostra città, mentre il 2015 ha fatto registrare un ulteriore calo del 20%. I furti e le rapine sono scesi del 18% e del 32% (i furti in abitazione hanno fatto registrare un -20% rispetto al 2013). Il 2015 è stato però un anno negativo per quanto riguarda gli omicidi. Se ne sono registrati tre a fronte della media di uno all’anno. Parliamo dell’uccisione di Maria Luisa Fassi, di Barbara Natale e di Anna Maria Calrucci, tutte donne che grazie ai carabinieri hanno trovato giustizia In generale, nei 50 mesi dell’era Federici sono avvenuti otto omicidi, di cui sette risolti. Sono poi state arrestate 862 persone e denunciate 7.129; i reati scoperti ammontano a circa 6.000 (fra cui 1.066 furti, 402 truffe e 103 rapine); sono stati 100 mila i servizi di prevenzione e repressione che hanno portato al sequestro di 340 kg di droga e di 315 armi da fuoco. Le contravvenzioni al codice della strada sono state 16.500. Un dato importante arriva dal numero di emergenza 112 che dal 2011 a oggi ha ricevuto 550 mila chiamate. Chi è Federici Origini romane, Fabio Federici, 45 anni, rimarrà molto legato al nostro territorio. Proprio qui, tre anni fa la moglie Nadia ha infatti dato alla luce la piccola Fabiola, Arrivato al comando provinciale nel 2001, lo ha guidato con successo per 50 mesi prima di ottenere il trasferimento a Mantova. Entrato nell’Arma a 19 anni, ha una formazione accademica in Giurisprudenza, Scienze Politiche, Scienze della Sicurezza, Criminologia e giornalismo. Prima di arrivare ad Asti, fra gli altri incarichi, è stato istruttore nella Scuola Sottoufficiali di Velletri, ha ricoperto ruoli di comando nella compagnia carabinieri di Velletri e di Agrigento e ha operato a Lampedusa e Linosa per contrastare l’immigrazione clandestina. Cittadinanza onoraria Nella nostra città è stato insignito di numerose attestazioni di merito come la Medaglia d’oro per gli atti di eroismo della “Fondazione Carnegie”, un encomio solenne del generale dell’Arma e, da ultimo, della cittadinanza onoraria del Comune di Incisa Scapaccino. La consegna è avvenuta ieri, giovedì, da parte del sindaco Matteo Massimelli. Federici ha “contribuito in modo determinante alla valorizzazione storica e culturale del comune”. Nel paese che ha dato i natali a Giovanni Battista Sacapaccino, prima medaglia al valor militare d’Italia, nel mesi scorsi è stato inaugurato il primo santuario alla “Virgo Fidelis”, patrona nazionale dell’Arma. Un evento per cui Federici si è speso in prima persona. Nel corso della cerimonia di commiato il sindaco di Asti gli ha consegnato il sigillo della città. Riconoscimenti e ricordi anche da parte del prefetto Paolo Ponta e dal presidente della Provincia Marco Gabusi. Il saluto “Gli uomini passano, le idee restano, restano le loro tensioni morali, e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”. Federici ha scelto di salutare l’Astigiano citando anche il giudice Giovanni Falcone: “Io sono passato, spero che le mie idee nella mia terra adottiva astigiana potranno camminare sulle gambe di altri”, ha poi concluso. Foto di Roberto Signorini