L’Area di Sanità Animale del Servizio Veterinario dell’Asl AT ha intensificato, nei giorni precedenti la festa islamica del sacrificio, la propria attività di vigilanza e controllo sugli allevamenti di ovini e caprini finalizzata a prevenire episodi di commercio illegale e macellazione clandestina di agnelli e capretti.
Il capillare controllo sul territorio e la raccolta di informazioni confidenziali da parte dei veterinari ha permesso, in collaborazione con il locale Corpo Forestale dello Stato, i NAS di Alessandria e il Presidio Multizonale di Profilassi e Polizia Veterinaria, di individuare in quattro centri dell’Astigiano (oltre ad capoluogo, Costigliole, Coazzolo e Cortiglione) un vasto giro di movimentazione illegale di animali finalizzato alla macellazione clandestina.
Gli interventi, svolti nell’ultima settimana di novembre, hanno consentito di bloccare la commercializzazione e macellazione di 128 capi ovini e caprini, 94 dei quali privi di qualsiasi contrassegno identificativo che ne permettesse di risalire all’origine, di porre sotto sequestro 93 capi ovini e vincolarne temporaneamente altri 36. A Costigliole, inoltre, è stata individuata una struttura presumibilmente adibita a luogo di macellazione clandestina sulla quale sono tuttora in corso accertamenti.
Su tutti gli animali sequestrati e vincolati temporaneamente sono stati fatti prelievi di sangue e controlli sanitari previsti per le malattie infettive sottoposte a profilassi obbligatoria.
“Quest’ultima operazione – indica Giangiacomo Filippone, che dirige l’Area di Sanità Animale dell’Asl AT – conferma come sia costante sul territorio l’attività di vigilanza del Servizio Veterinario finalizzata sia al contrasto del commercio e della macellazione illegale degli animali che alla tutela del benessere degli stessi. Operiamo, in questo senso, in linea con gli obiettivi della prevenzione primaria veterinaria che punta alla salvaguardia della salute umana e animale”.
“E’ doveroso guardare alla vicenda della macellazione per la festa islamica – sottolinea Luigi Robino, direttore generale dell’Asl AT – anche da un’altra angolazione: secondo le segnalazioni ricevute dai pastori, i tre macelli astigiani autorizzati all’abbattimento degli animali non avrebbero in realtà garantito lo svolgimento delle operazioni, inducendo così – se questo comportamento corrispondesse al vero – a ricorrere ad altre soluzioni”.