Motivi personali. Questo stava dietro la violenta esplosione che nella notte fra il 28 e il 29 dicembre 2016 aveva danneggiato il Busters Coffee si piazza San Secondo, pieno centro di Asti. La polizia, in collaborazione con la municipale, ha lavorato un anno per riuscire a definire i contorni di un epsiodio inquientante, che solo per una fortunata coincidenza non aveva provocato feriti. Nei giorni scorsi sono scattati le ordinanze nei confronti di due astigiani, uno considerato il mandante e l’altro l’esecutore materiale.
Era da poco passata la mezzanotte quando un boato aveva svegliato gli abitanti del centro. Tre ordigni piazzati sotto le vetrine della caffetteria erano esplosi, provocando gravi danni alle vetrate e anche al bancone del locale. Tre altri petardi artigianali invece erano stati recuperati ancora integri.

I primi a giungere sul posto erano stati gli agenti della municipale che avevano subito preso in consegna i filmati delle telecamere di sicurezza del Busters. Filmati che riprendevano un soggetto, giaccone con cappuccio, andatura particolare, che si avvicinata al bar e accendeva gli ordigni. Nel contempo gettava un mozzicone di sigaretta e si dava alla fuga. Mozzinone subito recuperato dai poliziotti e che si è rivelato fondametanel per le indagini.

Gli agenti della mobile, che hanno preso in mano il caso, quasi immediatamente hanno identificato l’esecutore materiale; poi grazie alle sue conoscenze, ai suoi movimenti sui social e a una serie di messaggi scambiati su whatsapp gli inquirenti sono riusciti a ricostruire la dinamica di quello che inizialmente sembrava un attentato a scopo estorsivo. Una pista che alla luce degli elementi raccolti è caduta. Si sarebbe infatti trattato di una sorta di regolamento di conti per motivi personali fra il mandante e il titolare del bar. Questo almeno secondo gli investigatori della squadra mobile e il sostituto procuratore Delia Boschetto che ha coordinato le indagini. Ricostruzione appoggiata anche dal gip che ha firmato del ordinanze di custodia cautealre nei confronti di due astigiani.
Nei guai Cristian Finocchiaro, 35 anni, ritenuto il mandante (oggi nell’interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere), e Andrea Monacò, 32 anni, colui che avrebbe piazzato gli ordigni (davanti al giudice avrebbe ammesso le sue responsabilità). Per entrambi sono scattati gli arresti domiciliari.