E’ di Loazzolo l’astigiano arrestato assieme ad altre persone dai carabinieri di Alba nel corso dell’operazione che ha portato all’individuazione di una presunta banda specializzata in rapina in banda e in villa. Nelle prime ore della mattinata di ieri i militari, supportati dai colleghi territorialmente competenti, hanno dato esecuzione a 13 misure cautelari in carcere emesse dal gip Francesca Di Naro a carico di altrettanti pregiudicati, gran parte dei quali abitanti a Palermo, per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine in banca od in villa, furti aggravato e ricettazione. L’operazione chiamata Johnny Stecchino, perché, come nel noto film di Benigni, i malviventi parlavano tra loro al telefono in dialetto palermitano od ostentando un marcato accento siciliano  è l’epilogo di una complessa ed articolata indagine avviata il 31 luglio del 2012 all’indomani di una rapina perpetrata ai danni della filiale della  Banca Regionale Europea di Neive. Quel giorno, durante l’apertura pomeridiana al pubblico, in cinque col volto travisato fecero irruzione all’interno della banca e, dopo aver sequestrato rinchiudendoli per oltre tre quarti d’ora in uno sgabuzzino una dozzina di persone tra impiegati e clienti bloccandogli i polsi con fascette in plastica per impedire che si liberassero per dare l’allarme, s’impossessarono di 63mila euro in contanti dalle casse ma anche di preziosi, altro danaro contante e titoli custoditi nelle cassette di sicurezza del cavò della banca, forzate con un piede di porco, per altri 200mila euro circa. I carabinieri, grazie alle immagini del circuito di videosorveglianza interno alla banca ed a quelle delle telecamere esterne di alcune attività commerciali della zona, da subito concentrarono le indagini su alcuni pregiudicati originari di Palermo e altri abitanti a Torino per le particolari caratteristiche somatiche di due dei rapinatori: uno molto alto e l’altro abbastanza grasso.Da allora i militari albesi,coordinati dal pm Elisa Pazè, hanno eseguito un gran numero di appostamenti, pedinamenti, intercettazioni telefoniche ed ambientali che hanno consentito di ricondurre con certezza al gruppo criminale complessivamente sino ad ora cinque rapine in banca ed una rapina in villa perpetrate in Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna in poco meno di sei mesi. Le rapine in banca erano commesse sempre con lo stesso modus operandi: furto il giorno prima di auto utilizzate poi per compiere le rapine, sequestro di clienti e impiegati con i polsi legati da fascette in plastica, in alcuni casi anche armati di pistola, forzatura della cassette di sicurezza, ricettazione del bottino. Nei guai sono finiti fra gli altri anche Sergio Rulli, classe 1975 di Loazzolo e suo fratello Nicola, classe 1961, residente a Santo Stefano Belbo.