Sono oltre una ventina le ordinanze di custodia cautelare eseguite dai carabinieri del reparto operativo e del nucleo investigativo nel corso dell’operazione Winchester concliusasi alle prime luci dell’alba di ieri, lunedì. Un’inchiesta che ha preso il via nel gennaio del 2008 e che in 8 mesi di intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti e appostamenti ha impeganto oltre 200 militari coordinati dal tenente colonnello Paolo Ferrarese e dal pm Luciano Tarditi. In cella sono finiti personaggi albanesi e italiani accusati di aver messo in piedi una rete “piramidale” di spaccio di cocaina. I vertici del triangolo, due o tre persone tutte albanesi, ordinavano la polvere bianca che arrivava in città dal Belgio trasportata su auto o treni da corrieri stranieri. Gli italiani venivano impiegati come ultimo anello della catena. Si sarebbero, secondo gli inquirenti, occupati della diffusione al dettaglio della cocaina, diventando così piccoli pusher a loro volta consumatori. Nei mesi di lavoro i carabinieri avevano già arrestato altre 11 persone e sequestrati ancora molti grammi di droga. Erano anche riusciti a intercettare in un locale pubblico astigiano un kalashnikov, portando in carcere il commerciante che ora è di nuovo in libertà.