Maxi condanna nel secondo grado di giudizio del processo Eternit. La Corte d’Appello del tribunale di Torino ha infatti condannato a 18 anni di reclusione per disastro doloso per l’imprenditore elvetico Stephan Schmidheiny, imputato a Torino nel processo Eternit (In primo grado era stato condannato a 16 anni). Ammonta a 30,9 milioni di euro la somma che la Corte d’Appello di Torino ha accordato al Comune di Casale Monferrato con la sentenza del processo Eternit. Nella città della provincia di Alessandria la multinazionale dell’amianto aveva il suo stabilimento italiano più importante, e il numero delle vittime è più elevato che altrove. Alla Regione Piemonte, che si era costituita parte civile, i giudici hanno invece riconosciuto un risarcimento di 20 milioni di euro. “Quella di Torino è una sentenza che  incoraggia la battaglia delle vittime dei familiari e delle persone oneste – ha commentato  L’Osservatorio Nazionale Amianto –  per un mondo migliore senza amianto e senza quella sete di profitto cui sacrificare vite umane”. L’Osservatorio ha poi annunciato che “proseguirà la sua battaglia per avere giustizia per le altre vittime, quelle di Napoli, come quelle di Siracusa, come di ogni altra parte d’Italia cadute per via delle fabbriche di Eternit lì presenti, così come nei confronti di ogni altro responsabile”.