La nona edizione di “a sud di nessun nord” si svolgerà da mercoledì 1 a domenica 5 giugno e come sempre si aprirà con Il saluto del viandante.
OSPITI E PROGRAMMA: ANTICIPAZIONI
Il 1 giugno alle 18.30 arriverà  dunque puntuale il primo appuntamento, Il saluto del viandante: a dare il via al festival sarà infatti uno dei pensatori più autorevoli, stimati e carismatici della letteratura e della cultura contemporanea: Eduardo Galeano.
Nato nel 1940 a Montevideo, lo scrittore ha vissuto in prima persona le travagliate vicende del continente sudamericano: dopo una lunga carriera giornalistica, alla presa del potere dei militari con un colpo di stato in Uruguay viene imprigionato. Dopo il carcere viene costretto a fuggire in Argentina, da dove deve nuovamente scappare a seguito del colpo di stato del 1976. Si rifugia finalmente in Spagna, dove può dedicarsi alla scrittura e produce la trilogia Memoria del fuoco. Dal 1985 è tornato a Montevideo, dove risiede tuttora.
Altri protagonisti di rilievo saranno Paolo Nori, Paolo Sollier e Pietro Cheli.
Paolo Nori, prolifico scrittore originario di Parma, ha lavorato in Algeria, Iraq e Francia. Dopo una laurea in lingua e letteratura russa, alla redazione de Il semplice conosce Celati, Cavazzoni, Benati con i quali collabora a lungo.
Paolo Sollier, calciatore professionista degli anni Settanta, ha militato in serie A, B e C; è anche scrittore ed è diventato famoso con Calci, sputi e colpi di testa (1976, n. e. Kaos Edizioni 2008) e Spogliatoio, con Paolo La Bua (Kaos Edizioni 2008).
Pietro Cheli, giornalista e scrittore milanese, collaboratore delle maggiori testate giornalistiche italiane sia cartacee che radiofoniche e on line, è autore del recentissimo Sono razzista ma sto cercando di smettere (Laterza 2010), scritto a quattro mani con Guido Barbujani.
Il programma di “a sud di nessun nord” verrà completato entro pochi giorni, ma come ogni anno sarà denso di incontri, spettacoli, reading, mostre e tanto altro.
Per ora solo qualche anticipazione.
LA NARRATIVA OLANDESE SBARCA AD ASTI
Una delle novità  di quest’edizione di “a sud di nessun nord” è rappresentata dalla presenza nel programma del festival di una serie di appuntamenti dedicati alla cultura di un Paese straniero, che quest’anno sarà l’Olanda.
Il progetto “Tulp Fiction” porterà in città cinque tra gli scrittori olandesi più importanti e apprezzati della scena letteraria europea e, ovviamente, tutti tradotti in Italia: Abdelkader Benali, Jan Brokken, Pia De Jong, Otto De Katt e Laia Fabregas. Gli autori, oltre a parlare delle loro opere, si confronteranno sui temi del festival con Gian Luca Favetto, Davide Longo ed Elena Varvello.
Ma non soltanto letteratura.

LE MOSTRE
Foto che Capitano: dal 1 al 20 giugno, al Museo Lapidario di Asti, sarà allestita una mostra di fotografie realizzate dal Capitano Enrico Alberto D’Albertis. Genovese, navigatore, scrittore, etnologo e filantropo, tra il 1870 ed il 1910, durante i suoi numerosissimi viaggi introno al mondo, scatta più di 20.000 foto, ora conservate nell’omonimo museo genovese di Monte Galletto. ?
Tano D’Amico: originario di Filicudi e romano di adozione, è uno dei maggiori fotografi e giornalisti italiani. Collaboratore de Il Manifesto e Repubblica, è uno dei più attenti e sensibili reporter delle manifestazioni di piazza italiane, dagli anni ’70 fino al G8 di Genova ed oltre. Dicono di lui: “… lo potremmo definire il fotografo dell’identità collettiva, … del disagio, dell’impegno civile, …, dell’umanità, del volersi bene, della dignità restituita.” ?
Roberto Fassone e Myriam Graziosi: due giovani autori presentano il loro più recente lavoro di grafica, dal titolo “Tempi”. La visione del tempo declinata con diversi punti di vista e sistemi di riferimento, dal tempo pieno al part-time, dal temporeggiare al contemporaneamente.?
La via del pane: Franco Rasulo, astigiano, studioso e ricercatore, a metà luglio 2010 è partito con una macchina fotografica e una bicicletta attrezzata con “portabagagli” alla volta dell’India. La via del pane è dunque una mostra fotografica nata da un viaggio lungo nove mesi, da occidente a oriente, luoghi lontani uniti dal pane, frutto spontaneo dell’albero della semplicità. L’allestimento è integrato da un intervento di Antonio Catalano.