Dopo il tutto esaurito al castello di Cortanze, dove sabato scorso Sabina Rossa e Giovanni Berardi hanno raccontato la loro esperienza di figli di vittime del terrorismo, “I mesi del giallo”, la rassegna ideata dall’Associazione Comunica, torna nuovamente a parlare di letteratura.

Due gli appuntamenti in programma: venerdì, a Montechiaro, sarà protagonista Stefania Bertola, mentre sabato, ad Asti, arriveranno Loriano Macchiavelli e Piero Colaprico.  

Venerdì 14 a Montechiaro. Sotto al titolo Una scrittrice giallo/rosa, Stefania Bertola converserà venerdì 14 novembre con il pubblico all’agriturismo Cascina San Nazario di Montechiaro. L’incontro inizierà alle 21 (ingresso libero) e sarà condotto da Betty Martinelli, giornalista.

Bertola si racconterà con l’ironia che la contraddistingue (“sono cresciuta nella musica – ha avuto modo di ricordare – La mamma era violinista, un fratello violoncellista e un altro compositore: essendo l’unica stonata della famiglia, sin da piccola mi sono rifugiata nei libri”) per poi svelare come nascono i suoi libri, tutti di successo (A neve ferma, Biscotti e sospetti, Ne parliamo a cena, Aspirapolvere di stelle, ecc.).

All’attività di scrittrice alterna quella di sceneggiatrice e traduttrice. Ha alle spalle fortunate collaborazioni con Luciana Littizzetto e, dopo aver lavorato per sette anni all’ufficio stampa dell’Einaudi, è diventata autrice e conduttrice radiofonica.

Esponente di un genere rosa che mescola sentimento e commedia, Bertola, nel 2000, con il cortometraggio Jingle bells ha vinto quattro dei cinque premi in palio a Saint Vincent.

A fine serata, la Comunità Collinare Val Rilate offrirà un brindisi con stuzzichini e vini tipici.

Se l’autore cerca di uccidere il suo personaggio è il tema dell’incontro in cui si confronteranno sabato 15 novembre, alle 21 alla Biblioteca Astense (che organizza la serata assieme all’Associazione Comunica), gli scrittori Loriano Macchiavelli, dalla cui penna è nato Sarti Antonio, uno dei più popolari poliziotti italiani, e Piero Colaprico, inventore insieme a Pietro Valpreda del maresciallo Binda.

Sia Macchiavelli che Colaprico a un certo punto della carriera hanno dovuto decidere se far morire il loro personaggio o tenerlo (e perché) in vita. Una scelta che ha tenuto conto di molteplici fattori: ispirazione personale, aspettative dei lettori, valutazioni di mercato, ecc. Un nodo ancora più difficile da sciogliere per Colaprico, rimasto al bivio dopo la morte di Pietro Valpreda, con cui aveva firmato tre libri di successo (Quattro gocce d’acqua piovana, La nevicata dell’85, La primavera dei maimorti).

L’incontro, moderato dall’inviato de La Stampa Marco Neirotti e a ingresso libero, partirà proprio dal rapporto che i due scrittori hanno saputo tessere, nel tempo, con il loro personaggio. Molto amato dai lettori, Sarti Antonio ha fatto la storia del giallo italiano: non è particolarmente acuto nelle indagini, ma si distingue per essere un poliziotto onesto e tenace. Dall’inizio degli anni Novanta è divenuto anche personaggio televisivo e cinematografico, oltre ad animare storie a fumetti. 

Anche il maresciallo Pietro Binda è richiesto in libreria: piace quel suo saper essere aperto verso gli altri, la capacità di dialogare, di stare dalla parte delle vittime. “Svelo un segreto, del quale non so sino a che punto Valpreda era a conoscenza: Binda è un po’ lui” ha dichiarato Colaprico dopo la morte dell’amico anarchico.

Qualche nota sui due ospiti. Macchiavelli vive a Bologna e dal 1974 si è dedicato al genere poliziesco, pubblicando oltre trenta romanzi (Fiori alla memoria, Ombre sotto i portici, Cos’è accaduto alla signora perbene, ecc.) anche a quattro mani: ormai collaudata la collaborazione con Francesco Guccini. Prima di diventare scrittore, ha fatto l’attore teatrale.

Piero Colaprico, inviato di Repubblica, vive a Milano, dove si occupa di giustizia e cronaca nera. Ha coniato il termine Tangentopoli alcuni mesi prima che lo scandalo del Pio Albergo Trivulzio desse origine alla stagione di Mani pulite. E’ autore di saggi.