appinoUltimo concerto dell’anno per Indi(e)avolato ad Asti, martedì 17 dicembre appuntamento straordinario con Appino, voce degli Zen Circus e recente vincitore del Premio Tenco con il suo progetto solista. One-man-band, Andrea Appino sul palco del Diavolo Rosso sarà contemporaneamente cantante, chitarrista e percussionista. Un concerto stupefacente, in cui il cantautore pisano presenterà “Il testamento” il disco d’esordio uscito a marzo di quest’anno per Tempesta/Universal. Andrea Appino è nato a Pisa due giorni prima di Gesù Cristo nel 1978. Fu chiamato così per il film “Lo chiameremo Andrea” e l’omonima canzone di De André, non fu battezzato. Indeciso fra il ragioniere, il fumettista, lo scrittore ed il giornalista durante le scuole medie, decise fermamente che avrebbe fatto il musicista e così è stato, ma solo dopo anni letteralmente passati a sputare sangue. E’ penna, chitarra e voce dal 1995 dell’unica band di cui abbia mai fatto parte: gli Zen Circus, divenuti nel tempo un peso massimo per la musica indipendente italiana, grazie proprio ai testi al vetriolo dell’arricciato cantante chitarrista. Con a loro ha pubblicato 9 dischi, suonato più di mille concerti e collaborato con Violent Femmes, Kim Deal dei Pixies, Jerry Harrison dei Talking Heads, Nada, Teatro Degli Orrori, Tre Allegri Ragazzi Morti, Perturbazione, Giorgio Canali, Marina Rei, Ministri, Dente, Mariposa, Diaframma e davvero tanti tanti altri. Ogni tanto fa anche il produttore artistico, ma sostiene che sia ancora un mestiere in divenire. Il 5 Marzo 2013 pubblica per La Tempesta/Universal il suo primo lavoro solista intitolato “Il Testamento”, dedicato al lato oscuro della famiglia italiana. Insieme a lui Giulio Favero e Franz Valente -rispettivamente basso e batteria de Il Teatro degli Orrori- che lo seguiranno anche nel relativo (ed incendiario) tour. Urgenza espressiva la chiama lui, cantautorato punk dicono gli hipsters: semplicemente musica potente e parole forti. Fra un concerto e l’altro abita a Livorno, una finestra sul porto da dove, dice lui: “Posso guardare il culo alle barche”.