“L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro” recita il primo articolo della nostra Costituzione. Può essere che la maggioranza dei connazionali non prendano in mano molto spesso la carta fondamentale, o che gli esperti di diritto lo abbiano ripetuto ormai tante volte da annoiarsene, renderlo astratto, svuotare questo comma di significato.
Dev’essere per forza così, altrimenti non si capirebbe come proprio il lavoro sia il nodo cruciale e da tanto tempo irrisolto della storia contemporanea nel nostro Paese. Come è accaduto? In quanto tempo? “18 mila giorni” ipotizza lo scrittore torinese Andrea Bajani, autore dello spettacolo che andrà in scena mercoledì 2 marzo a Teatro Alfieri.
Sì, perché 18 mila giorni sarebbero cinquant’anni, il tempo per la storia di farsi Storia e di frantumare un diritto fondamentale in piccole tessere, eufemismi, il trionfo del precariato reso una forma più o meno palese di ricatto sociale.
Nello spettacolo di Bajani (protagonista Giuseppe Battiston, contrappunto musicale di Gianmaria Testa, regia di Alfonso Santagata e luci di Andrea Violato), i 18 mila giorni di vita di un uomo che si trova all’improvviso senza lavoro si intrecciano  ai 50 anni che hanno mutato le prospettive, le aspettative di intere generazioni.
“C’è stato un momento in cui ci siamo svegliati – scrive Bajani – e ci siamo resi conto che quello che prima avevamo non c’era più, si era volatilizzato. Come tornare a casa, cercarsi il portafoglio dentro la tasca e sentire che dentro la tasca c’è un vuoto dove prima era pieno. Si resta così, con un senso di tradimento che brucia. Perché quello che ferisce di più, oltre al furto, è il non essersi accorti di nulla, l’inganno di una mano che si infila, ti deruba, e poi se ne va via impunita. Ecco, io quando penso a che cosa è successo al lavoro in Italia, e dunque all’Italia, penso a quella stessa sensazione di tradimento. Com’è possibile, mi chiedo ogni volta, che dopo tanti anni un giorno ci siamo svegliati, e quello che avevamo dato per scontato – il lavoro – non c’era più, si era volatilizzato? Com’è successo che un giorno ci siamo svegliati e il lavoro, da diritto che era, era diventato una concessione, e ciascuno era disposto a sbranare il vicino pur di salvarsi? Com’è successo che l’Italia una mattina si è svegliata, e tutto quel che aveva messo da parte non c’era più?”.
“Con il teatro e la musica e con la speranza che questo mondo che sembra essere immutabile possa essere cambiato, noi affronteremo e racconteremo questa storia” dice Alfonso Santagata.
Info e biglietteria: 0141-399057
Marianna Natale