-2Berruti e la pittura? “La realtà vista con gli occhi del sogno”. Parola di Vittorio Sgarbi. Basterebbe  questa singola frase, che suona più come una verità apodittica, per comprendere l’appagamento   visivo che si prova osservando le tele del pittore astigiano Luciano Berruti.  Le “nuance cromatiche che sfocano la definizione delle cose, delle persone, dei paesaggi”, sempre   per citare le parole del noto critico d’arte, sono da mercoledì 17 novembre in esposizione al Museo   Diocesano Spazio San Giovanni (via Natta 36) per la mostra “L’essenza del colore” e lo resteranno   fino al 1° febbraio 2015.  Lo stile crepuscolare e neosimbolista rappresenta il “marchio di fabbrica” delle tele di Berruti,   che solo in tarda età ha deciso di portare in superficie la sua passione dopo anni passati dietro al   bancone del suo negozio d’abbigliamento in via Cavour.  Il sodalizio con Sgarbi è nato nel mese di settembre in occasione della collettiva “Venezia incontra   Spoleto”; una scelta non casuale e per comprenderlo basta affidarsi alle parole dell’artista nostrano:   “Sgarbi sa dire cosa penso, il merito è tutto suo, io preferisco continuare a dipingere che parlare”.  E chi va in cerca della radici della sua pittura può trovare similitudini con le nature morte di Giorgio   Morandi o, come affermato da Sgarbi, nella “natura in ebollizione di Joseph Turner” anche se la sua   è più pacata e nebbiosa. Oppure ancora, molto più semplicemente ed aulicamente, “è il buon Dio   che ha dato i colori”, come ricorda con umiltà lo stesso Berruti.  Le dissolvenze di Berruti non trascendono tuttavia nell’astrattismo e questo rigore di forma è un   punto di forza dell’artista astigiano: “C’è una profonda riflessione di cosa dipingere – spiega Sgarbi –   non è tutto affidato al caso, è una pittura che mette direttamente in contatto l’artista con chi osserva   la tela”.  Il critico ferrarese ha inoltre ricordato il suo forte legame verso la città di Asti e il suo patrimonio   artistico, trovando assonanze tra le opere di Gandolfino da Roreto (esposte, tra l’altro, nella   Collegiata di San Secondo e nello Spazio San Giovanni) e quelle di Berruti, sottolineando come   quest’ultime risultino uno “zoom poetico” dei paesaggi rappresentati dall’artista rinascimentale.  Altri quadri saranno esposti nello studio di Berruti sito in via XX Settembre 15.  La mostra allestita nello Spazio San Giovanni è visitabile nei seguenti orari: venerdì dalle 15   alle 16; sabato e domenica dalle 9,30 alle 13 e dalle 15 alle 18. Per maggiori informazioni: 347/  874.98.11. Fabio Ruffinengo