Tenere ben distinta la critica dall’informazione cinematografica e non confondere il ruolo del giornalista con quello del pubblicitario: questi i punti attorno ai quali ha ruotato la discussione in occasione del seminario su Cinema & Comunicazione che si è tenuto oggi, giovedì 9 ottobre ad Asti, al teatro Alfieri, nell’ambito degli “Incontri del cinema d’essai” che si concludono questa sera.
Tra gli intervenuti al convegno, moderato da  Luigi Filippi, direttore del Giornale dello Spettacolo, il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte e responsabile della redazione locale de La Stampa, Sergio Miravalle, ha sottolineato come oggi l’informazione dovrebbe essere un valore indipendente da chi investe nei giornali.

“Il giornalista non è un pubblicitario – ha detto Miravalle –. Il nostro auspicio, e l’Ordine lavora per questo, è che i giornalisti facciano sempre un’informazione corretta indipendentemente da chi fa pubblicità sui giornali”.

Ancora  sulla distinzione tra il ruolo del giornalista e quella del pubblicitario, ha puntato il critico del Corriere della Sera, Paolo Mereghetti. “A volte chi fa cinema – ha affermato – spera che i giornali possano sopperire a quella che è una mancanza della promozione pubblicitaria. I giornali fanno informazione e critica cinematografica, elementi che devono essere tenuti ben distinti tra loro, e che non possono sostituirsi alla pubblicità. Il lavoro dei critici non è quello di scrivere pezzi promozionali mascherati”.

C’è stato spazio anche per la rifelssione attorno ai “nuovi media”: Cristiana Paternò, vicedirettore del quotidiano online Cinecittà News, ha parlato dell’attendibilità delle notizie diffuse nella rete. “Su Internet – dichiara Paternò – ci sono circa cento siti che parlano di cinema: settanta non sono curati da giornalisti, bensì da appassionati del settore, una ventina sono legati ad una rivista cinematografica e pochi altri vengono realizzati da giornalisti professionisti. In questo mare di iniziative è difficile garantire l’attendibilità dell’informazione. L’Ordine dei giornalisti dovrebbe fare un’ampia riflessione su come tutelare il lettore di Internet”.

Del linguaggio da utilizzare per parlare di cinema in radio, si è occupato invece Franco Dassisti, capo redattore cultura e spettacoli della testata radiofonica Agr. “Raccontare il film: è questa la chiave che funziona per parlare al pubblico radiofonico di cinema, sia di cassetta, sia d’essai. Il cinema – spiega Dassisti – funziona incredibilmente bene alla radio, anche se può sembrare strano trattandosi di un mezzo che non permette di vedere immagini. Se si punta però sul racconto e sulla sonorità dei film, attraverso il materiale audio, il pubblico si appassiona”. Infine, Mario Mazzetti, direttore del periodico specializzato Vivilcinema, ha sottolineato  che il punto di forza della sua rivista, che viene distribuita nel circuito delle sale d’essai, sta nel parlare di tutto il cinema, offrendo spazio anche ai giovani autori che in alcuni casi diventano poi artisti affermati.