Assolate le colline partigiane che sabato pomeriggio hanno visto una sessantina di persone percorrere gli stessi sentieri dei ribelli, ascoltare le loro imprese, riviverne gli ideali.

Capitoli di storia che Vinchio custodisce con orgoglio nella propria memoria e che, per l’occasione, ha voluto condividere per iniziativa di Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio Regionale del Piemonte, Comune, Israt, Casa della Memoria, Associazione Davide Lajolo.

I partecipanti si sono avventurati nel bosco o su strade aperte della Valle della Martana, in un paesaggio di grande suggestione tutelato dall’Unesco, immaginando gesti, pensieri, strategie dei giovani ribelli che avevano casa poco lontano dalle tane. “Perché qui la Resistenza – ha ricordato il sindaco Andrea Laiolo – l’hanno fatta i giovani del paese, raggruppati intorno a Davide Lajolo, non gente venuta da fuori”.

Anche i civili hanno pagato un caro prezzo: una significativa sosta, la passeggiata “Sulle colline partigiane” l’ha riservata davanti alla casa natale di Vittorio Benzi che nel rastrellamento nazifascista del dicembre 1944 fu fatto prigioniero e deportato a Mauthausen, dove morì.

La storia dei giovani vinchiesi che, dopo l’8 settembre 1943, si trovarono a scegliere da quale parte stare è diventata un’esperienza da vivere di persona, per qualche minuto, alla Casa della Memoria.

I partecipanti hanno infatti provato cosa significhi stare nascosti nella tana, durante i rastrellamenti, fino al drammatico momento della cattura per poi essere ammassati in un vagone ferroviario diretto ai lager. Un’esperienza intensa, guidata dal direttore dell’Israt Mario Renosio, che ha raccontato il contesto della guerra, della deportazione e della Liberazione.

La figura di Davide Lajolo è stata approfondita nella visita al museo a lui dedicato, “Vinchio è il mio nido”, nella parole della figlia Laurana, nelle letture della nipote Valentina Archimede (“Sul bricco dei 50 anni”) e degli attori del Teatro degli Acerbi Patrizia Camatel e Fabio Fassio.

Parole, ricordi e atmosfere restituiti, in un afoso pomeriggio d’agosto, alla serenità di Bricco San Michele, in uno dei luoghi più amati dallo scrittore.