Continuano gli appuntamenti estivi della rassegna “Teatro in terra astesana 2016” diretta dal Teatro degli Acerbi, sostenuta dalla Fondazione CRT nell’ambito del progetto “La Provincia di Asti: Patrimonio di Cultura” dell’Ente Provincia. Venerdì 29 luglio a Calamandrana presso i locali gli impianti sportivi Faber Teater e Teatro degli Acerbi  presentano “Paisan, ritratti di gente di collina”, spettacolo che ha supportato la candidatura a Patrimonio dell’Umanità dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato. Esso rielabora la tradizione del varietà: due attori, una soubrette e un fisarmonicista danno vita a una girandola di personaggi e situazioni che si muovono intorno alle bancarelle del mercato, il luogo, forse l’ultimo, che permette alla gente di incontrarsi e di confrontarsi, alla cultura di un territorio di crescere, integrarsi e trasformarsi. Questo luogo, magico e variopinto, diventa il pretesto per parlare di “paesanità”, della ricchezza di un paesaggio umano che va tutelato e di cui bisogna essere fieri. Accanto a Pavese, Silone, Dante Alighieri e Verga siedono con dignità Carlo Artuffo, I Trelilu, DuminiBadalin e Fred Buscaglione. Poesia dialettale e sonetti della tradizione letteraria si contrappuntano a canzoni popolari e sketch sui tipi da mercato. Il nostro dialetto acquista così dignità di lingua e la sua musicalità si sposa dolcemente con i testi più alti della letteratura italiana. “Paisan” ritrae in tutta la loro poetica semplicità i caratteri fondanti della cultura popolare piemontese rendendola esportabile, universale e curiosa per qualsiasi tipo di pubblico. In scena Marco Andorno, Dario Cirelli, Fabio Fassio, Elena Romano; testi e regia sono di Fabio Fassio, Giuseppe Morrone e Aldo Pasquero. L’ingresso è gratuito. Domenica 31 luglio alle 21.30 a Costigliole d’Asti, nella frazione Bionzo, il Teatro degli Acerbi presenta “Il barbiere di Re Vittorio, confidenze e segreti del primo Re d’Italia” con Fabio Fassio, testo e regia di Luciano Nattino. Un confidente e amico del Re Galantuomo, un conoscitore naturale di segreti e bugie di Casa Savoia, un osservatore e commentatore instancabile dei fatti che hanno portato all’Unità d’Italia: ecco Luigino Berta, di Rocca d’Arazzo, detto Gino”, entrato poco più che ventenne a Palazzo Reale e diventato prima garzone e poi capo barbiere di Sua Maestà. Il suo sguardo è quello di chi conosce i retroscena delle vicende pubbliche, con le immancabili storie di amanti, di partite di caccia, di sfoghi in famiglia, di liti politiche, di battaglie militari. In sostanza di chi conosce a fondo la vita di uno dei protagonisti del Risorgimento italiano. Luigino parla un italiano “sporco”, sporco di piemontese, di francese, di popolare. Non si tratta di un monologo in senso stretto perché per metà dello spettacolo due spettatori vengono coinvolti nella divertente rappresentazione nel ruolo di Vittorio Emanuele II e Camillo Benso Conte di Cavour e il gioco con il pubblico è continuo e coinvolgente. La trama: in una locanda Astigiana vicino a Tanaro, in una notte buia e tempestosa, il Barbiere del Re ormai il pensione a causa della morte di Vittorio Emanuele II avvenuta pochi mesi prima, si ferma per passare la notte diretto alla casa natia di Rocca d’Arazzo. Luigino è allergico al vino, il solo sfiorarlo gli provoca la perdita di ogni ritegno, ma lui è un po’ “sbadato” e il Barbera è troppo buono. Già prima del primo sorso inizia a interloquire con gli avventori (il pubblico) e a scoprire alcuni altarini della Casa Reale. Il resto viene da sé: la storia dell’Unità d’Italia vista da dietro le quinte è servita! Dai moti del ’48 fino a Garibaldi è tutto un pettegolezzo. Un divertente modo di ripassare vizi e virtù del nostro bel Paese. L’ingresso è gratuito.