SONY DSCFine settimana tra i libri, con l’Israt, per il 70° anniversario della Liberazione. Sabato 21 marzo, alla Casa del popolo di via Brofferio 129 ad Asti, il direttore dell’Istituto Mario Renosio converserà con Antonella Saracco, autrice del libro “I ragazzi del Falchetto” (Araba Fenice). La scrittrice ha ricostruito, attraverso la testimonianza della staffetta partigiana Nicoletta Soave Liberati, l’eccidio di cinque giovani garibaldini, nel loro primo giorno da ribelli, al Colle del Falchetto (Santo Stefano Belbo). I ragazzi trovarono la morte all’alba del 15 giugno 1944, colti di sorpresa e mitragliati alle spalle da una squadra dell’Ufficio politico investigativo della Guardia nazionale repubblicana di Asti. Un secondo libro sarà protagonista sabato alla Casa del popolo, che organizza l’incontro con l’Israt: “A pugni chiusi” di Gianna Menabreaz (Graphot editrice). Renosio ripercorrerà le vicende del ribelle Olimpio Marino, “Freccia”, e di Rosa, compagna di vita e dei venti mesi di lotta partigiana, con il nipote del garibaldino, Marcello Manzo. Marino, sindaco a Castiglione Tinella dall’ottobre 1945 al marzo 1946, fu tra l’altro tra gli ideatori del monumento al Colle del Falchetto dove ogni anno si rievoca l’eccidio. Alla conversazione si alterneranno le letture di Mauro Crosetti, Mariella Ariatta, Valter Albertini e gli intermezzi musicali dei “Falsi d’autore”. Ingresso libero. Domenica 22 marzo Montemagno incontrerà Silvia Adorno, autrice del libro “Trentadue mesi – Un internato alla deriva dell’Europa” e nipote del protagonista della storia, il canellese Aldo Adorno. L’appuntamento è alla Casa del portone, in piazza San Martino, alle 16.30 (ingresso libero). Nella presentazione del volume affiancherà la scrittrice Nicoletta Fasano, ricercatrice dell’Israt, che organizza l’iniziativa con il Comune. Letture tratte dal libro, edito da Joker, saranno a cura di Mauro Crosetti, Valter Albertini, Mariella Ariatta con melodie di Nuccia Scoglia. Al centro di “Trentadue mesi” la di un uomo in particolari condizioni di cattività, dove le regole sono imposte da altri, in dipendenza di fatti ed eventi eccezionali, la personalità individuale viene totalmente annullata e le uniche cose che restano sono il pensiero, la memoria e lo spirito di sopravvivenza. Dal 4 gennaio 1943 al 12 settembre 1945, per oltre 32 mesi, Aldo Adorno ha unicamente dovuto ubbidire, tacere, soffrire la fame, la sete, il sonno, il lavoro, le fatiche, la paura. Matelica (Marche), poi Grecia e, successivamente, Luckenwalde nei pressi di Berlino e, ancora, lager di Dieffenbachstrasse 60 a Berlino, infine regione dei Sudeti: sono questi i luoghi attraverso i quali il protagonista accompagna il lettore in un viaggio-ricordo, con cui rivive la drammatica esperienza che lo ha segnato per tutta la vita: la guerra e l’internamento militare.