LosburlaArriva finalmente nella sua città il tour di Losburla, il cantautore astigiano infatti presenterà sul palco del Diavolo Rosso per la consueta rassegna mensile di Indi(e)avolato il disco d’esordio “I Masochisti” uscito il 10 settembre per l’etichetta Libellula Music. L’Internazionale ha descritto il disco come un “piccolo capolavoro”. Losburla  (al secolo Roberto Sburlati) è cinico, politicamente scorretto e dissacrante, il suo intento è palesemente provocatorio e lo si capisce sin dalla copertina raffigurante lo stesso cantautore torinese che si sta gettando nudo nel fiume Po in pieno centro città. Dal vivo lo accompagna una band d’eccezione con Nicolas Roncea alle chitarre, Andrea Bergesio e Massimo Lorenzon (Mambassa) rispettivamente alle tastiere e alla batteria. Cinico, politicamente scorretto e dissacrante. Così si potrebbe definire “I Masochisti”, il disco d’esordio Di Losburla (al secolo Roberto Sburlati), il cui intento provocatorio risulta chiarissimo sin dal titolo e dalla copertina, raffigurante lo stesso cantautore torinese che si sta gettando nudo nel fiume Po in pieno centro città. Il disco alterna momenti vicini allo stoner rock (“Amaro”, “Il mio processo di beatificazione”) ad atmosfere più psichedeliche, dilatate e acustiche (“Letteratura”, “Senti questo cane come abbaia”). Le melodie, semplici e dirette, vengono affiancate da soluzioni musicali tutt’altro che scontate, anche grazie al lavoro in fase di arrangiamento del produttore artistico Luca Cognetti (Eskinzo, Marco Notari & Madam, Mambassa) ed a quello in fase di mixaggio di Andrea Bergesio. Nei testi, crudi e diretti, non vengono risparmiate parole forti, ma allo stesso tempo si può notare uno studio approfondito delle assonanze, delle consonanze e delle figure retoriche da parte dell’autore. L’ascoltatore viene proiettato in una sorta di mondo alla rovescia, in cui bassezze come l’arrampicata sociale, il tradimento, il successo a danno di terzi sono all’ordine del giorno e i valori positivi come la pietà, la dignità e la solidarietà diventano merce di scambio e vendita o ancora peggio sentimenti governati dai tempi televisivi. Non c’è stupore, non c’è una presa di distanza, perché tutto sommato il dolore è ciò che più fa godere I Masochisti. C’è, quella sì, la disillusione, quella di chi critica senza però mai assolversi, e l’ironia, quella che ti fa scappare un sorriso anche in un momento buio e difficile. Si torna quindi all’immagine di copertina, per chiedersi se quel nudo sia soltanto provocazione, oppure non sia l’immagine di chi “si toglie la maschera per mostrare ciò che è”, oppure un tuffo disperato in acque sì sporche, ma forse meno di quanto non sia sporca la superficie. Se lo potessimo chiedere all’autore ci risponderebbe con tutta probabilità: “non lo so, non me ne frega niente”. “Mi è sempre piaciuto raccontare storie. Sono un cultore dell’aneddoto, del particolare, e di quell’istante quasi magico in cui il discorso tocca le corde di chi lo segue provocandone una reazione, uno spunto per riflettere, una risata o una lacrima – racconta Losburla -. Partendo da questo presupposto ho voluto creare un disco che attraverso storie semplici assomigliasse il più possibile ad uno schiaffo in faccia. Di quegli schiaffi dati con rabbia ma a fin di bene, ad una persona che sta dormendo e deve svegliarsi. Ho voluto creare un percorso dissacratorio che mettesse alla berlina quella forma mentis e quei comportamenti quotidiani che visti con distacco ci fanno apparire a volte come esseri superficiali, ipocriti e un po’ stupidi. Ho scelto un microcosmo di pochi km, una linea che va dal paese in cui sono nato alla città in cui vivo, storie e situazioni comuni, talvolta vissute in prima persona, talvolta raccontatemi da altri, e soprattutto ho scelto come vittima sacrificale del mio j’accuse l’essere umano che conosco meglio al mondo, ovvero me stesso. E’ un disco in cui non ci sono soluzioni, ma solo domande, non ci sono accuse che non siano auto accuse, e il dito puntato è innanzitutto puntato contro di me. I masochisti siamo tutti noi, ma il primo della lista sono io.” L’uscita del disco è accompagnata dal primo singolo e videoclip “Dilettanti (San Salvario Salva)”.