E’ un ritorno in grande stile quello di Paolo Conte, ormai stella fissa del firmamento musicale internazionale, su palcoscenico di Astimusica. Non ha deluso la sua Asti, l’avvocato, a vent’anni esatti dalla prima esibizione durante il festival di piazza Cattedrale (nel 1996 alla prima edizione) e torna alla sua provincia un po’selvatica, Verso le 21:30 compare la rodata band di Paolo Conte, lui entra poco dopo sotto gli applausi del pubblico e alterna canzoni cantate in piedi davanti al microfono, ad altre in cui è seduto al pianoforte, quasi con abbandono, diventando una parte dello strumento. Nella scaletta del concerto ogni brano è proposto e scelto con strema cura: dai classici come “Alle prese con una verde milonga”, “Come di” “Sotto le stelle del jazz”, “Ratafià”, “Gli impermeabil”, fino all’apoteosi struggenti di ”Madelaine”,”Una giornata al mare”, “Gioco d’azzardo”, “Max”…per passare poi ai ritmi tangheri e caraibici di “Argentina” e “Aguaplano”. A colpire è il suono d’insieme, la band fenomenale, l’acustica ottima, un Paolo Conte senza giacca e cravatta, con naso lungo come una salita e quell’atteggiamento a metà tra timidezza e concentrazione. La vera essenza dell ’esibizione live del cantautore è la continua alternanza tra velocità, ritmo e lentezza, il viaggiare per mondi lontani tra America, Francia, Cuba, Sud America con le atmosfere e le sonorità calde e avvolgenti per ripercorrere i viali parigini e la loro struggente melodia o restare immobili nella campagna astigiana, incantandosi a contemplare la corsa di un ciclista in fuga o sognando la propria . Non è solo uno spettacolo di musica quello proposto da Conte e la sua band , ma un’alternanza di paesaggi, storie, personaggi bislacchi e donne sfuggenti, viaggia con la fantasia fra un gorgheggio, un sussurro o un semplice soffio. Tra le vette toccate nel concerto, l’incredibile, lunghissima ed estenuante (per i musicisti) versione di “Diavolo rosso”, in cui ci sono stati numerosi virtuosismi del gruppo, con singoli strumenti come fisarmonica e fiati che diventavano singolarmente protagonisti per assoli fenomenali. il trasporto del cantautore nei confronti dei suoi stessi brani è pressoché totale, nonostante alla veneranda età di 77 anni, il suo istinto artistico ha la maestria di emozionare, dosata con misura. . Quel lento incedere iniziale si è trasformato nel passo sereno di un gladiatore silente che ha trionfato al termine dell’ennesima battaglia con la forza della sua arte. Standing ovation. Tra le vette toccate nel concerto, l’incredibile, lunghissima ed estenuante (per i musicisti) versione di “Diavolo rosso”, in cui ci sono stati numerosi virtuosismi del gruppo, con singoli strumenti come fisarmonica e fiati che diventavano singolarmente protagonisti per assoli fenomenali. Il concerto prosegue fino alle 24. Per molti brani l’applauso parte sin dalle prime note e diviene sempre più caloroso e spontaneo alla fine.Al terzo richiamo sul palco e dopo il bis con la nuovissima “Tropical” e “Simadicandapaje” , Paolo saluta e manda un bacio leggero, discreto. E lascia il suo pubblico di provincia con taciturna educazione e fermezza, con quella riservatezza che lo contraddistingue, anche se “qualche ballerino attende (invano) su una gamba l’ultima carità di un’altra rumba”. Manuela Caracciolo