Giovedì 18 marzo l’ex Sala Consiliare del Municipio ospiterà la conversazione a più voci “Isacco Artom segretario di Cavour: la borghesia piemontese e l’alba dell’Italia unita” organizzata dalla Fondazione Bruno Ferraris ex Democratici di Sinistra in collaborazione con l’Associazione culturale Comunica. Appuntamento alle 21 con ingresso libero.
“Il Risorgimento italiano e l’Italia unita – sottolinea Antonio Fassone, presidente della Fondazione Bruno Ferraris – hanno le loro radici, oltre che nei grandi personaggi della consolidata iconografia storica, nella nascita di una nuova classe dirigente diffusa legata a nuove identità, progetti, interessi economici. Nel Piemonte di Cavour significative parti della piccola nobiltà e della borghesia parteciparono al processo dello Stato unitario, generando e interpretando cambiamenti e modernizzazioni reali. La classe dirigente ebraica, grata a Casa Savoia per l’emancipazione, aderì con entusiasmo a questo progetto, facendo propria l’idea della nascente Nazione. Alla fine della stagione di Cavour ministro, il Piemonte cambiò non solo i propri confini, ma soprattutto la propria identità e funzione. Gli uomini che, insieme alle grandi figure che la storia ricorda, contribuirono ad avviare questo processo e che lo gestirono, seppero spostare i propri riferimenti culturali, economici e politici dalle colline e dai paesi della provincia piemontese alle grandi capitali europee. Isacco Artom, segretario di Cavour, fu uno di questi”.
Cinque i relatori della conversazione. Maria Luisa Giribaldi, docente di Lettere, traccerà il profilo e la carriera di Isacco Artom che, uscendo dal Ghetto di Asti grazie allo Statuto Albertino, divenne segretario di Cavour e importante “grand commis” dello Stato unitario. All’avvocato Alessandro Artom, pronipote del Senatore e figlio di Guido Artom, autore de “I giorni del mondo”, il compito di rievocare il personaggio al centro dell’incontro attraverso i ricordi di famiglia. Paolo Debenedetti, professore universitario, delineerà il percorso che gli intellettuali di origine ebraica compirono a metà Ottocento uscendo dall’orizzonte limitato della piccola comunità profondamente permeata di valori religiosi per aprirsi al “gran mondo” e avvicinarsi a concezioni laiche di stampo illuministico e positivistico.
Gino Anchisi (Associazione Amici della Fondazione Cavour di Santona) illustrerà il ruolo fondamentale che Artom ebbe al fianco di Cavour, di cui quest’anno ricorre il bicentenario della nascita, negli anni decisivi dell’unificazione italiana. Infine Edoardo Angelino, docente di Storia e Filosofia, descriverà il clima di apertura alla modernità e sviluppo economico che Cavour riuscì a diffondere nel Piemonte sabaudo, convincendo la classe dirigente a investire nelle infrastrutture (ferrovie in particolare), nel sistema creditizio e nell’agricoltura.