nattino natale piaLa Rassegna “A testa alta – incontri tra storia e memoria”, promossa dalla Comunità Collinare Vigne & Vini, giunge nel 2013 alla sua nona edizione. L’appuntamento è venerdì 8 novembre a Fontanile presso il Teatro Comunale con”Fino a quando cadrà la neve – la storia di Natale Pia” liberamente tratto da “La storia di Natale”. Lo spettacolo (qui proposto in forma di reading) ripercorre l’avventura umana di Natale Pia (recentemente scomparso) negli anni della seconda guerra mondiale quando, da giovane artigliere, partecipò alla guerra di Russia (con la battaglia di Nikolajewka) e, dopo una collaborazione alla lotta partigiana nell’astigiano, venne catturato e deportato a Mauthausen. La sua testimonianza è dunque veramente unica perché unisce tra loro le principali tragedie del Novecento: la peggiore guerra dell’umanità e le peggiori atrocità compiute dall’uomo nel corso dei secoli, abbinate al conflitto fratricida della Resistenza italiana ed europea. Commentano Fabio Fassio e Luciano Nattino: “Abbiamo conosciuto Natale Pia e abbiamo potuto verificare la sua forza, la sua asciuttezza di racconto e di relazione, quella di un uomo che è riuscito ad attraversare immani tragedie con la consapevolezza, tutta contadina, che il giorno dopo è un altro giorno e bisogna di nuovo rivoltarsi le maniche e ricominciare. In questi anni Natale Pia ha parlato ovunque: nelle scuole, nei circoli, nelle occasioni ufficiali, nelle visite ai Lager e poi ha deciso di mettere tutto per iscritto. Tra i tanti aspetti della sua storia, oltre alle fatiche, alla fame e alla sete patite sia in Russia che nel campo austriaco, una ci ha colpito in particolare: l’esperienza drammatica di Vittorio, giovane diciassettenne che, dopo la breve vicenda partigiana, viene a conoscere l’orrore di Mauthausen fino alla morte. Noi partiamo di lì: da quegli anni terribili e da quella storia non per “descrivere” tutte le atrocità compiute (descrizione che sarebbe impossibile) ma per tentare di rendere il clima di violenza e di sopraffazione, di privazione e di sofferenza, vissuto da Natale e da milioni di altre persone.” E aggiungono: “Per questo abbiamo fatte nostre le parole di Marguerite Duras: Se l’orrore nazista viene considerato solo un destino tedesco e non un destino collettivo, l’uomo di Auschwitz sarà ridotto a vittima di un conflitto locale. C’è una sola risposta per un tale crimine: trasformarlo nel crimine di tutti. Condividerlo.” Lo spettacolo, presentato dal Teatro degli Acerbi, è realizzato in collaborazione con l’ ISRAT – Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea in provincia di Asti e la casa degli alfieri. Il testo e la regia sono di Luciano Nattino, in scena Fabio Fassio, Dario Cirelli e Gianvincenzo Pugliese. Partner fondamentale è la Fondazione CRT che, da diversi anni, offre il suo sostegno all’iniziativa. La direzione artistica è affidata a Luciano Nattino, regista, autore, esperto di cultura popolare e Massimo Barbero. La rassegna è dedicata quest’anno all’astrofisica Margherita Hack che è stata una delle menti più rappresentative del mondo scientifico e astronomico italiano, recentemente scomparsa. Il prossimo appuntamento sarà a Castelletto Molina venerdì 15 novembre con “Ofelia non deve morire”, dialogo tra un’attrice e sir William Shakespeare su “La tragedia di Amleto” interpretato da Patrizia Camatel. L’ingresso a tutti gli appuntamenti è gratuito. Per informazioni: Casa degli Alfieri – tel. 0141 292583 – luciano.nattino@casadeglialfieri.it