Luce/tempo/diaframma a ossigeno 2013 - gazzetta d'astiAl Soundgarden di via Cattedrale, all’interno della rassegna Ossigeno, l’8, 9 e 10 agosto sarà ospite Roberto Messina che presenta Luce/tempo/diaframma – La fotografia analogica.  

Il progetto si divide in due sezioni: Istantanee: fotografia analogica classica.

Fotografie prettamente di strada. Istanti colti durante il mio peregrinare  soprattutto in contesti urbani con l’ausilio di camere medio formato o piccolo formato(classico 35mm) degli anni 60-70-80. Fotografie di individui. Fotografia a foro stenopeico: pinhole o punta di spillo. Uno spazio Stenopeico, un ritorno al passato sino alle origini della fotografia moderna. Esperimenti e visioni.
Durante la serata finale del 10 agosto verrà illustrata questa tecnica e verranno eseguiti  alcuni scatti stenopeici sul posto utilizzando più camere oscure.  Verrà inoltre proiettato un breve documentario “Il mondo in una stanza” che darà qualche traccia sul mio modo di fare fotografia.

Roberto Messina – Classe ’72. Autodidatta.  Comincia a fotografare con macchine fotografiche di plastica cosiddette Toy Cameras in pellicola e solo in anni recenti, incuriosito dalla lomografia che si basa sull’utilizzo di vecchie macchina fotografiche analogiche.
L’interesse per le emulsioni fotografiche e la fotografia analogica lo spinge a sperimentare con pellicole utilizzando processi ormai desueti. La continua ricerca nell’ambito della fotografia tradizionale si realizza successivamente  in un percorso a ritroso nel tempo, sino all’origine della fotografia.
La riscoperta del processo di formazione dell’immagine stimola il suo interesse per vecchi strumenti di ripresa oramai dimenticati, superati dalle innovazioni tecnologiche che hanno portato alla fotografia di stampo digitale.
Il risultato di tale ricerca è l’approdo ad una forma di fotografia oggi poco conosciuta, la fotografia degli albori, la fotografia stenopeica o pinhole.
L’utilizzo di cosiddette Camere Obscure apre percorsi nuovi di sperimentazione.
Fotografia semplice senza l’ausilio di tecnologia vera e propria. Una fotografia quasi meditativa che mi aiuta a fuggire alla frenesia dei nostri giorni.
Luce che passando da un piccolissimo foro porta alla formazione dell’immagine su emulsioni fotografiche o pellicole. La base della fotografia attuale.

“Le camere obscure utilizzate da me oggi –  dice Messina – non hanno obiettivo, non hanno mirino o visore. Il tutto è lasciato alla conoscenza della tecnica fotografica, all’immaginazione, all’esperienza. In generale i miei interessi sui soggetti su cui pongo lo sguardo per cercare di catturare un istante, si rivolgono alla strada, al paesaggio, al ritratto, all’architettura, all’astrattismo. Per quanto riguarda i progetti futuri, il mio percorso si muove verso forme di artigianato che spero mi porteranno alla progettazione e costruzione di camere oscure che utilizzerò per le mie sperimentazioni”.