Tre domande a... Aldo GiordaninoVerrà presentato venerdì 27 giugno alle 21 a Asti, loc. Viatosto presso la sede del Comitato Palio del borgo Viatosto la raccolta di racconti dal titolo Angeli delle Colline di Aldo Giordanino (Biblioteca degli Scrittori Piemontesi).

Il Diavolo Rosso e il boccaccesco Rinaldo, gli eretici càtari di Monforte e la battaglia di Lepanto, le poesie in dialetto di Menin Pippo, al secolo Giuseppe Lazzarone, e i Martiri della Repubblica del 1797. Sullo sfondo Asti, città dell’anima.

Tra storia, memoria e fantasia, tutto declinato in prima persona, nelle storie di cui si compone  ANGELI DELLE COLLINE, il racconto  fluisce e avvolge, quasi un diario interiore dell’autore che utilizza  figure del passato  come specchio in cui riflettere io diversi.

Costante, quasi un fil rouge, la presenza di un sentimento d’amore romantico dai chiaroscuri shakespeariani come forti sono i richiami di fede, quella dei dubbi e della ricerca interiore, che va oltre le religioni.

Ne risulta una narrazione immaginifica, quasi cinematografica, come nel racconto che evoca la battaglia di Lepanto con una descrizione di scontri e massacri a tinte forti. Tocca quindi alle gesta di Rinaldo d’Asti, mercante astese protagonista di una delle Novelle del Decameron di Giovanni Boccaccio: la disavventura che vira al bello e chiude in una notte d’amore.

C’è poi, ricorrente sullo sfondo di diverse storie, la città natia:idealizzata a volte, eppur così vissuta. Come in quegli itinerari della memoria in cui Giuseppe Lazzarone, poeta defilato di un Novecento  lontano, guida i passi e il cuore del nostro autore quasi in un viaggio sentimentale della città vecchia tra torri e caseforti.

Toccante il monologo di Secondo Arò, eroe della Repubblica Astese, che invoca Dio prima di morire: tre giorni di libertà, dal 28 al 30 luglio del 1797, soffocati nel sangue.

Infine l’omaggio Gerbi , il Diavolo Rosso: citando Bartali e Paolo Conte, passando per Pantani, ma pensando a Carole, seduto su un paracarro al bordo di una strada polverosa,  ci racconta di un amore che si allontana, come la carovana del Giro …

Ciò che rende speciale Aldo Giordanino, con la sua capacità di avvolgere nel raccontare, è quella sua nobile mancanza di pudore a mostrarsi dentro, fino all’anima con i suoi sentimenti, le sue contraddizioni, una certa propensione al romanticismo, una voglia di fede che affiora, ricorrente. In un mondo in cui più o meno tutti cercano di mettersi una  maschera, un caso raro.

(dalla prefazione di Carlo Cerrato)