Lunedì 21 giugno, alle 18, al Centro culturale cittadino san Secondo, v. Carducci 24, Asti, con l’incontro “Prospettive per un nuovo Welfare ”, si terrà la presentazione del n. 20 della rivista Culture, dal titolo “La memoria del futuro”.
Interverranno Carlo Lisa, dirigente Politiche sociali, Istruzione, Servizi educativi Comune di Asti, Anna Paola Fea, direttore Struttura di cure primarie e medicina territoriale, Mariena Scassellati Galetti, presidente de “La bottega del possibile” di Torre Pellice, Salvatore Rao, vicepresidente de “La bottega del possibile” di Torre Pellice, ex assessore ai Servizi sociali della provincia di Torino. Coordina Angela Bosio presidente Acli Asti.
L’incontro e i temi trattati nell’ultimo numero di Culture La memoria del futuro si propongono di aprire una riflessione su un fenomeno a cui assistiamo ormai da tempo: la sempre più evidente inadeguatezza del nostro sistema di welfare.
Un welfare che si trova a fare i conti, oggi, con la sfida delle domande crescenti, poste anche da una maggiore molteplicità di soggetti rispetto al passato. Le insicurezze della società in cui viviamo, le incertezze per il futuro, la precarietà, il venir meno dei legami sociali, il cambiamento del ruolo e della composizione delle famiglie, la crescita costante e continua di famiglie con un solo componente, l’invecchiamento della popolazione, l’esplodere delle non autosufficienze, l’aumento dell’area delle povertà, il disagio sociale crescente, il sovraindebitamento delle famiglie, la società multiculturale e multietnica, pongono nuove domande a cui non è possibile dare risposta ricorrendo alle vecchie misure o interventi riparativi.
Si pone la necessità di aprire nuovi cantieri sociali, per un nuovo welfare locale che sperimenti nuove misure e sentieri di intervento, una nuova mutualità tra soggetti diversi, un nuovo welfare- propulsore di cambiamenti culturali, cambiamenti negli stili di vita, nei consumi, nei modi e nelle forme degli acquisti, nell’erogare servizi alla persona, nel garantire diritti esigibili e nuovi diritti di cittadinanza. Si tratta di un nuovo welfare che assume come intervento strategico proprio le “Zone grigie”, dello svantaggio diffuso, delle povertà relative, di coloro che faticano a mantenere standard di vita come un tempo, della precarietà lavorativa che è ormai divenuta precarietà esistenziale, della domanda inevasa di servizi familiari, di tutta quella parte di popolazione sempre più in via di impoverimento progressivo ed esposta in modo intermittente ai rischi sociali. Occorre investire sulla sperimentazione nei territori aprendo laboratori locali, responsabilizzando a queste sfide gli Uffici di Piano, gli amministratori locali e i tecnici, gli attori e i vari soggetti sociali, l’associazionismo e i cittadini, in un lavoro che non può che essere integrato, intrecciato, ognuno con il proprio ruolo e la propria responsabilità ma insieme, perché “insieme è meglio”.
Si pone l’urgenza di recuperare il deficit di socialità, di far ripartire un nuovo circuito dell’incontro delle persone, il circuito delle reciprocità, capace di produrre relazioni prolungate nel tempo, di tessere nuovi legami sociali.
Gli altri argomenti trattati nella rivista, che si trova in distribuzione nelle librerie di Asti, sono il restauro del S. Giovanni e lo stato del nostro territorio.