SONY DSCGuardare ai rastrellamenti, le deportazioni, gli eccidi del 1943-1945 non attraverso gli occhi della popolazione civile, ma dal punto di vista dell’occupante tedesco. E’ la finalità di uno studio dal taglio innovativo che sta impegnando da tre anni un gruppo di ricercatori del Nord Italia coordinato dal professor Brunello Mantelli, docente universitario di Storia Contemporanea. L’Israt partecipa con il direttore Mario Renosio e la ricercatrice Nicoletta Fasano; accanto a loro ci sono otto studiosi di Cuneo, Pavia, Parma, Piacenza, Genova, La Spezia. La ricerca è promossa dall’Associazione Memoria della Benedicta, teatro nell’aprile del 1944, in località Capanne di Marcarolo (Alessandria), della strage partigiana. Recentemente il gruppo di lavoro si è riunito a Palazzo Ottolenghi, sede dell’Israt. Per approfondire le strategie e ripercorrere specifici fatti avvenuti nel Nord Italia si lavora soprattutto sulle fonti tedesche, attraverso documenti e carte inediti conservati negli archivi in Germania. I singoli episodi (arresti, stragi, incendi, ecc.) vengono inquadrati secondo l’ottica dell’occupante, seguendo l’evolversi delle azioni militari e superando confini provinciali e regionali. Guardando all’Astigiano, la Valle Bormida, per esempio, doveva essere libera dai partigiani per consentire ai nazifascisti il controllo del territorio in vista dello sbarco del nemico sulle spiagge liguri. I primi risultati della ricerca sono stati esposti nel 2012 a Vinchio, dove è attiva la Casa della Memoria; è seguita una seconda sessione pubblica a Gropparello (Piacenza): si tratta di luoghi non casuali, coinvolti nell’inverno del 1944 da drammatici rastrellamenti. Lo studio terminerà a ottobre. Il volume con i risultati della ricerca uscirà nel 2015 per il 70° anniversario della Liberazione. I ricercatori coinvolti già in passato hanno lavorato insieme, collaborando alla stesura del secondo volume dell’opera enciclopedica “Il libro dei deportati” (Mursia) curato da Brunello Mantelli e Nicola Tranfaglia.