Secondo appuntamento con la rassegna “Ossigeno” ideata dall’associazione culturale Soundgarden di Asti e giunta quest’anno alla sua quinta edizione. Patrocinata dal Comune di Asti, con l’intento di avvicinare il pubblico astigiano e non solo al mondo dell’Arte, spesso confinato solo agli addetti ai lavori, quest’anno il nostro impegno si diretto nell’ideare e proporre, in collaborazione coi 16 Artisti che esporranno, degli eventi artistici dal vivo. Ad ogni artista è stato chiesto di proporre i suoi lavori con l’obbiettivo di trasmettere un messaggio, apporgli una colonna sonora e sviluppare il tema con l’evento interattivo del sabato sera. Il giardino del Soundgarden di via Cattedrale da giovedì 23 a sabato 25 maggio ospiterà Mario Ernesto Laratore e le sue opere che fanno parte della collezione “Ogni rado passante ha una faccia e una storia” Mario Ernesto Laratore è nato nel 1967 a Orbassano (To), vive e lavora a Torino. Ha lavorato per molti anni come grafico e creativo. Dal 1994 ad oggi ha partecipato a numerosi eventi artistici su tutto il territorio nazionale. Nel 1997 ha partecipato alla prima biennale d’Italia al Trevi Flash Art Museum e nel 1998 alla prima biennale internazionale sempre del Trevi Flash Art Museum. Nel 1999 ha preso parte a Etruriarte 10 in Venturina (LI), nel 2000 ad Arte Europa 2000 in Reggio Emilia. Nel 2011 ha partecipato a “Ghost People” mostra itinerante in Sicilia. Sempre nel 2011 è autore di “Reperti dal mondo dell’anima” installazione presso il comune di Perosa Argentina (To). Nel 2012 a “Profile” presso la galleria En Plen Air di Pinerolo. Nel 2013 tiene una piccola personale a Torino dal titolo “Personae”. È altresì autore di spettacoli di teatrali e di performance di teatro danza. La sua ricerca artistica parte dal disegno ed esplora le possibilità dell’espressione visiva non solo attraverso la pittura e la scultura ma anche per mezzo dell’elaborazione digitale di immagini fotografiche e video. A proposito della sua poetica: “Tutto quello che vedo, in parte è reale, in parte è fantasia. Ma la parte fantastica è più vera della parte di realtà. Quello che non so e di cui non ho coscienza è più vasto di ciò che conosco e a questo ignoto appartengo. Di quanta verità è pregno il sogno rispetto al nostro agire vigile, conformato al nostro sapere. Credo ad un arte in stretto contatto con il sogno, capace di immaginare l’invisibile. La mia arte racconta gente buttata nel mondo, circense e nomade per natura di spirito e forma, acrobata della vita e contorsionista per necessità. La mia arte è fatta di volti, facce, esseri che chiedono d’essere mostrati e spesso diventano mostri difformi. Un altro mondo popolato e invisibile si manifesta attraverso l’arte, io non sono che il medium. Distratto dalla realtà, cerco nell’invisibile reperti di quell’universo fantastico quanto vero. Il pittore è il medium attraverso il quale si rivelano segni e simboli che rappresentano e ci parlano della realtà.” Marisa Vescovo, critico e storico dell’arte di Mario Ernesto Laratore scrive: “I disegni di Laratore, i suoi volti o le sue figure sono l’elogio di un mistero che ci lascia sospesi e ansiosi. Il suo lavoro parte dal dato certo di un espressionismo che si muove tra Picasso, Bacon e Giacometti, abitato da deformazioni convulse delle forme, le quali cercano di esprimere l’inquietudine, la vertigine dell’uomo moderno dinnanzi ad un universo profondamente ostile e inumano, che porta nel cuore la memoria alta e sublime dei romantici. La spiritualità, o la morte, che si sono scavate un sentiero per rendersi visibili sulla superficie di un volto o di un corpo, sono diventate suono in un verso ma non dimenticano di essere la testa di questa storia. Ogni volto dipinto, disegnato, diventa uno dei momenti capaci di costituire la costellazione della vita, insieme alle cose e alle emozioni che abbiamo amato e ci portano con se nel loro sguardo.”