Trentacinque anni di vita non sono pochi, sono l’età della pienezza matura pronta  a esprimersi ma sono anche una decisa dimostrazione di longevità per un festival teatrale, soprattutto per un festival teatrale italiano, soprattutto in tempi di crisi quali quelli che stiamo attraversando. Il teatro è per sua natura effimero ma lascia tracce profonde nella memoria e nell’animo di chi partecipa a quella particolare forma di scambio e di relazione che è lo spettacolo. Il teatro richiede una presenza, una partecipazione, la condivisione di un frammento di vita, di un’esperienza. La forma del Festival con la sua concentrazione di teatro in un periodo di tempo ravvicinato, con la colonizzazione degli spazi pubblici del quotidiano, con la sua (rituale) cadenza annuale garantisce all’effimero una continuità. L’esperienza di Asti Teatro (che quest’anno animerà la città dal 28 giugno al 6 luglio con oltre 100 spettacoli nei suoi luoghi più suggestivi) dal 1979 è stata  parte integrante della vita della città oltre che della vita teatrale italiana e internazionale. Ha risposto a un’esigenza culturale, particolarmente sentita nella patria di Vittorio Alfieri e ha proposto, con modalità diverse nel corso delle edizioni. un’apertura di orizzonte  sempre centrata sulla contemporaneità, sforzandosi di intercettare di volta in volta le forme del nuovo: nuovi testi, nuovi temi, nuovi artisti, nuovi linguaggi della scena. Osservati sulla lunga distanza, gli elementi che più contraddistinguono come tratti identitari la storia del Festival, che pure, come tutte le storie, non è stata monolitica nè priva di peripezie, sono proprio lo stretto rapporto con la città e il territorio (che si concretizza in un dialogo con il pubblico a volte decisamente critico ma mai indifferente), e la spinta verso un racconto “al presente”. A tutto ciò è dedicata una mostra “Asti Teatro: un festival lungo 35 anni” al Palazzo del Collegio che raccoglie e presenta materiali iconografici e d’archivio da tutte le edizioni di Asti Teatro, vuole offrire al pubblico non solo la percezione della durata ma anche e soprattutto della densità di questo cammino compiuto insieme dal festival e dalla città: per alcuni un viaggio nella memoria  condivisa della comunità, cittadina e artistica, per altri la scoperta delle radici profonde del Festival di oggi e di domani. Il percorso espositivo, nell’allestimento progettato da Maurizio Agostinetto e da Thea Dellavalle, suggerisce nell’andamento curvilineo questa sensazione di continuità, la sensazione che il cammino da fare sia ancora lungo.   Alla realizzazione della mostra, che inaugurerà il 28 giugno alle 18,30, hanno collaborato Sylvan Durand, Doralma Angela Palestra, Federico Micheletti, Cinzia Santamaria, Elisa Tardivo. Allievi del corso per “operatore costruzioni scenografiche teatrali e cinematografiche” promosso dal Formont – 2013.   La mostra sarà aperta fino al 7 luglio con orario 18-23. Ingresso libero. Sempre il 28 giugno, altro evento imperdibile è “Per Strada”, performance corale che, partendo da piazza San Secondo alle 21, coinvolgerà ben 35 attori che “invaderanno” la città con altrettante performance. Il cartellone principale prevede anche due repliche di “Dux in scatola”, originale autobiografia di Mussolini, che Daniele Timpano porterà al Piccolo Teatro Giraudi alle 19 e alle 23, e “Petitoblock” della compagnia di Scampia Punta Corsara che sarà sul palco del Teatro Alfieri alle 20 e alle 23. Il nutrito calendario “Best Off”, dedicato al meglio delle produzioni indipendenti, parte dalla Casa del Teatro di via Scarampi con “Ancora altre storie” che, alle 19 e alle 22.30, avrà come protagonista Claudio Cristoferone, accompagnato dal noto chitarrista Pino Russo.