Qualcuno per l’emozione ha inciampato nelle parole, altri hanno tirato dritto sicuri fino alla fine, ma sempre con lo stesso eccellente risultato: dare voce alla storia, in un italiano mischiato ad accenti stranieri non ancora attutiti. La storia dei molti diversi (prigionieri politici, omosessuali, protestanti, ebrei, ecc.) perseguitati dal nazifascismo e finiti nei campi di concentramento. Un’operazione riuscita quella proposta ieri sera, in apertura degli eventi dedicati alla Giornata della memoria, al CPIA (Centro Provinciale Istruzione Adulti), con gli allievi protagonisti come lettori insieme a quelli del Gruppo Voci di Poesia diretto da Patrizia Camatel. Alta la partecipazione (oltre cento spettatori) con le autorità in prima fila, a partire dal prefetto Paolo Formicola e dall’assessore alle Politiche Sociali del Comune Piero Vercelli. Si legge Primo Levi, in apertura, e poi si affidano ai nuovi cittadini di Asti testimonianze che raccontano di fame, prigionia, morte, ma anche tenacia per la vita, sopravvivenza e libertà: “Ricordare per fare sapere al mondo”, come le donne prigioniere dell’orchestrina di Auschwitz. Un nome, quest’ultimo, che ricorrerà più volte durante la serata anche nelle canzoni affidate a Franco Idino e Pierpaolo Sobrino, ma è quando Leonard Plumbini (violoncello) e Aba Rubolino (violino) eseguono l’inno del popolo albanese, Giusto tra le nazioni, che il pubblico si alza in piedi e ascolta in silenzio. E poi arriva Jane Plumbini e canta, con voce fresca e penetrante, per dire che la musica è senza tempo e confini: può abbattere steccati. Lucia, rumena, e Daniela, italiana, narrano insieme il genocidio di sinti e rom, Chaime, che ha lasciato il Marocco, legge col velo che le avvolge il volto immacolato e gli occhi di Demba, senegalese dalla pelle nera, appena dietro di lei, la seguono protettivi. Differenti tra loro – questi allievi/lettori – per identità, nazione, colore, religione: ma, come ha ribadito il viceprefetto reggente Paolo Ponta, “la vostra diversità qui al CPIA è reciproco arricchimento”. “Partire da questo luogo – la sottolineatura di Nicoletta Fasano dell’Israt – è il modo migliore per riflettere sul valore della memoria e la diversità, che non è solo ricordo, ma anche forza e vita, guardando voi e ricordando il vostro viaggio per arrivare fin qui”. Passata di voce in voce, la storia sa unire per una sera con tanta, fortissima emozione. Molto soddisfatti gli organizzatori: CPIA, Israt, Comune, Consiglio Regionale del Piemonte, Comitato Resistenza e Costituzione, Centro Intercultura, Associazione di volontariato Campi Aperti. Spente le luci e i microfoni, gli allievi/lettori, coordinati dall’insegnante Piera Medico e lodati pubblicamente dalla dirigente scolastica Palmina Stanga, lo dicono apertamente: “Siamo pronti, in qualunque momento, a ripetere l’esperienza”. Gli eventi di questa settimana Nel calendario promosso dall’Israt, con Comuni e associazioni del territorio, le celebrazioni per la Giornata della memoria proseguiranno questa settimana con i seguenti appuntamenti. Giovedì 26 gennaio, Calamandrana Il Municipio di Calamandrana ospiterà la conversazione con Nicoletta Fasano, ricercatrice dell’Israt, dal titolo “Contro il diverso: razza, lager, stermini”. Organizzato dall’Unitre di Nizza con l’istituto di ricerca astigiano, l’incontro inizierà alle 21 con ingresso libero. Lo stesso tema sarà trattato a scuola da Nicoletta Fasano con gli studenti di Canelli e Castelnuovo Don Bosco. Venerdì 27 gennaio, Mombercelli Un altro appuntamento a scuola farà incontrare, durante le lezioni, Laurana Lajolo e gli allievi della scuola media Zandrino di Mombercelli. A loro la relatrice racconterà, attraverso il diario di Teresio Deorsola, il dramma degli internati militari italiani e il difficile ritorno dei prigionieri. Al giovane soldato contadino Lajolo ha dedicato, nel 1993, il libro “La guerra non finisce mai”. Sabato 28 gennaio, Castello d’ Annone Quali e quanti episodi di violenza contro i civili sono stati commessi dall’esercito tedesco e dai suoi alleati fascisti in Italia tra il 1943 e il 1945? La risposta viene da una ricerca di Nicoletta Fasano e Mario Renosio (rispettivamente ricercatrice e direttore dell’Israt) nata dopo l’insediamento, nel 2009, di una commissione storica italo-tedesca con lo scopo di elaborare un’analisi critica della storia dei rapporti tra Italia fascista e Germania nazista durante la seconda guerra mondiale, così da contribuire alla creazione di una nuova cultura della memoria. Al Ministero degli esteri tedesco è stato istituito il “Fondo italo-tedesco per il futuro”. In quell’ambito si è sviluppato lo studio (“La guerra contro le comunità nel Piemonte meridionale”) dei due ricercatori astigiani che verrà presentato sabato 28 gennaio nel salone comunale di Castello di Annone. L’incontro, che inizierà alle 21 con ingresso libero, è proposto da Comune, Israt, Comitato provinciale dell’Anpi, Casa della Memoria di Vinchio con il patrocinio della Regione e del Comitato Resistenza e Costituzione. La ricerca di Fasano e Renosio è parte integrante dell’Atlante delle stragi naziste e fasciste”, banca dati corredata da fotografie, documenti, video delle stragi ed uccisioni da parte di reparti tedeschi e della Repubblica Sociale Italiana in Italia dopo l’8 settembre 1943. Un lavoro enorme che ha visto impegnati oltre 90 giovani ricercatori, tra cui anche l’Istituto della Resistenza di Asti. Sono stati censiti oltre 5000 episodi di violenza contro civili e partigiani consultabili on line al sitowww.straginazifasciste.it Al termine della serata annonese saranno consegnate le borse di studio ai ragazzi che hanno frequentato la sessione scolastica 2015/2016. Domenica 29 gennaio, Refrancore “Triangoli rossi” è uno spettacolo che fa riflettere e commuovere. Il Teatro degli Acerbi, che lo produce insieme all’Israt, racconta il dramma dei deportati per motivi politici nei campi di concentramento nazisti, utilizzando i racconti degli astigiani deportati. Un coro di testimonianze, frammenti di storie, confessioni si alternano alle immagini d’archivio dei campi di concentramento; queste schegge di memoria prendono vita dalle parole di un nipote che rileggendo il diario di suo nonno, che dalla nebbia ritorna, per raccontare la sua odissea: dall’arresto alla liberazione dal lager. La fame, la violenza, i sogni infranti contro il filo spinato, i difficili ritorni, con il loro carico di dolore e di speranza tradita per un rientro inaspettatamente difficile nella normalità, tutto viene raccontato, attraverso gli attori Massimo Barbero e Dario Cirelli, con parole che diventano pietre della memoria. Lo spettacolo, molto apprezzato e applaudito in questi ultimi tre anni, sarà rappresentato domenica 29 gennaio a Refrancore, nel teatro della parrocchia dei SS. Martino e Dionigi (via Asti 22). I testi di Nicoletta Fasano e Mario Renosio tengono conto delle testimonianze e delle memorie custodite nell’archivio dell’Israt. Dario Cirelli firma la rielaborazione drammaturgica e regia, Riccardo Bosia la regia video. La serata (inizio ore 21, ingresso libero) è a cura di Comune, Israt e Unione di Comuni Via Fulvia. Replica il 3 febbraio a Villanova per gli studenti; per quelli astigiani l’evento è in corso alla Casa del Teatro.