Paolo Conte15Con le esibizioni dei giovani talenti italiani Levante, Chiara Dello Iacovo e Arianna Antinori, spostati di due giorni per il lutto cittadino, è terminata l’edizione 2015 di Asti Musica. I primi dati sulla partecipazione ai concerti dicono di 3.500 persone per i Folkstone, 2.000 per Levante, 2.500 per Chiara Dello Iacovo e 1.500 per Arianna Antinori. Il direttore artistico Massimo Cotto non nasconde la soddisfazione per “una manifestazione caratterizzata da un forte senso di aggregazione. Ragionando in termini economici, devo dire che anche i concerti a pagamento hanno funzionato; sembra proprio che quest’anno Asti Musica chiuderà i conti in attivo”. Anche la sponsorizzazione Asp, che pure aveva sollevato qualche perplessità, è stata “un successo”. Cotto aggiunge che “è anche passato il messaggio ecologico” (“Ascolta la musica. Abbi cura della tua città”, recita lo slogan). La protagonista della rassegna è stata la musica. Su “La Repubblica” e “La Stampa” abbiamo potuto leggere giudizi positivi, come quello di Marco Neirotti sulla serata dedicata a Giorgio Faletti: “L’eternità di Faletti è un viaggio nei ricordi. Chiara Buratti, con la sua delicata recitazione….”. Antonio Dipollina (La Repubblica) afferma che “Asti ha il festival musicale più bello di queste lande”. Come dar torto ai due giornalisti? “Asti Musica – continua Cotto – ha aperto e chiuso con due astigiani, Paolo Conte e Chiara Dello Iacovo, che rappresentano il presente e il futuro della canzone italiana”. Italiani sono stati tutti i concerti, tranne quello del grande (anche fisicamente, ndr) Rick Wakeman, persona pacata e gentile, che ha suonato in giacca e scarpe da ginnastica. Tutte le orecchie sono state accontentate: gli amanti del pop-rock con Umberto Tozzi, del (folk) metal con Folkstone, del jazz con Paolo Fresu e i Doctor 3, e non scordiamoci della “cantantessa mediamente isterica” Carmen Consoli. Probabilmente, come conferma Massimo Cotto, dal prossimo anno tutti i concerti saranno a pagamento: e 5 euro si pagano volentieri per la musica. Uberto Ghia