Tutelare l’assistenza religiosa nei presidi socio-sanitari pubblici e privati, promuovere iniziative mirate all’umanizzazione delle prestazioni sanitarie e lo sviluppo di una coscienza etica e bioetica in ambito assistenziale e sanitario sono gli obiettivi del protocollo di relazioni siglato il 21 giugno dal presidente della Conferenza episcopale piemontese, l’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, e dal presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota.
“Si tratta – ha spiegato Cota – di un atto importante per il riconoscimento del tavolo fra gli organismi di ispirazione cristiana operanti nel settore sanitario. Questo protocollo regolamenta una realtà già esistente, ovvero la presenza di assistenza spirituale nelle strutture sanitarie pubbliche e private che fanno parte del servizio sanitario regionale. E’ un dovere tenere conto dell’orientamento religioso della maggior parte dei cittadini ma ovviamente non si tratta di una discriminazione verso nessuno. Per legge infatti è previsto che tutti i pazienti di ogni confessione possano richiedere alla struttura sanitaria in cui sono ricoverati la presenza di un ministro del culto della propria religione”.
Operativamente i due enti intratterranno rapporti istituzionali periodici, si confronteranno sui processi medici assistenziali che regolano i bisogni dei malati, delle loro famiglie e degli operatori sanitari. Per questi ultimi, inoltre, saranno realizzati in collaborazione progetti formativi dedicati.
“E’ un tavolo di consultazione organico, sistematico, non occasionale – ha ribadito monsignor Nosiglia – per lo scambio di valutazioni, di impegni e di sinergie per quanto riguarda l’assistenza religiosa all’interno degli ospedali, delle case di cura per anziani e dei presidi sanitari”.