settimanasocialeDalla recente 47° Settimana Sociale dei Cattolici Italiani a Torino, dal titolo “La famiglia, speranza e futuro per la società italiana”, è emersa dalle relazioni magistrali degli ospiti invitati, da quella del Card. Angelo Bagnasco presidente della Cei a quelle dei proff. Violini (Diritto Costituzionale),    Blangiardo (Scienze Statistiche), Zamagni (Economia Politica), oltre naturalmente nel Saluto riflessione di Papa Francesco presentata dal Nunzio Apostolico in Italia Mons. Bernardini, una forte richiesta di riconoscimento pubblico della dignità della famiglia e del suo ruolo e missione  nella società di oggi. Anzi, dalle varie Assemblee tematiche, quasi come un appuntamento imprevedibile, è risuonato forte l’appello prima di tutto alla Famiglia/e e poi alle Istituzioni, che la prima si riapprprii della forte identità umana e sociale (quindi non privatistica come alcuni pensano e fanno credere!) che la famiglia possiede, ancor prima della formazione dello Stato, chiamato quindi a riconoscere i suoi diritti. E tra questi quello di fare rete, Famiglia di famiglie che possono, anzi devono interloquire con le istituzioni pubbliche con pari dignità. Il nostro è un momento storico che chiede di interagire con le Istituzioni e i Politici in modo propositivo: ad esempio, in relazione alla garanzia per la famiglia di libertà nella scelta educativa, in quanto l’educazione dei figli non è un fatto privato, così come la genitoralità sociale impegna il nucleo familiare in molte dimensioni del vivere civile e comunitario. Anche gli ambiti socio-economici sono stati oggetto di attento esame da alcune assemblee tematiche, dalle quali è uscita l’esigenza che la famiglia diventi interlocutore istituzionale riconosciuto già dagli enti locali più vicini, quali i Comuni, le Regioni, per proporre provvedimenti immediati, quali  la “Valutazione di impatto familiare”, il “reddito minimo di inclusione sociale”, o fondi garanzia, oppure l’inserimento del Fattore Famiglia  (FF) nel Piano Nazionale per la Famiglia, tolto dal Governo precedente. Importanti alcune proposte avanzate,  come il tema per una sessione dedicata a “donne e lavoro”; l’opportunità di istituire un laboratorio parlamentare di ascolto e condivisione su misure urgenti per l’occupazione giovanile, sul modello dell’intergruppo parlamentare Movimento Politico per l’Unità. A tal proposito è stata fortemente richiesta l’istituzione di Scuole all’Impegno Socio Politico nelle diocesi che ne  sono prive. Un argomento di grande formazione  anche per la comunità cristiana è stato quello relativo  al cammino comune con le famiglie immigrate, con le quali l’accoglienza e la convivialità devono diventare cultura, modi di essere e quindi tradursi in buona politica: il che comporta un cambiamento della qualità della vita associata nella polis=città. Operare un’apertura alla mondialità, conoscendo altre religioni e universi culturali sono un’“opportunità vivente di catechesi della diversità che si raccoglie sotto la croce”- è stato affermato. Sarebbe meglio, pertanto, ridefinire tali incontri come ”Settimane Sociali dei cattolici in Italia”. E’ auspicabile, inoltre, un maggior protagonismo delle famiglie migranti sia a livello ecclesiale che civile.  D’altrta parte la famiglia deve recuperare il ruolo di intelocutore autorevole ed efficace verso le politiche cittadine urbane con un rinnovato spirito di cittadinanza attiva, attraverso progettazioni urbanistiche partecipate, con una presenza nei consigli di quartiere e di circoscrizione (a gratis!), con un ruolo quindi non solo consultivo, ma in parte decisionale, sempre che vengano costituite reti, associazioni di famiglie, gruppi di aiuto reciproco come dimostrano gli esempi di molte Buone Pratiche realizzate e non conosciute.  Qui si denuncia appunto la scarsa capacità organizzativa nella comunicazione  a carico delle strutture ecclesiali e si auspica la presa in carico da parte delle Parrocchie, Diocesi, associazioni e movimenti delle istanze emergenti da questa assise. Nella Chiesa poi si propone di celebrare in modo più visibile e significativo alcune giornate, quali quella del Creato, del Ringraziamento, la prossima della Famiglia, favorendo nella comunità la crescita di un’attiva cittadinanza ambientale capace di esprimersi anche in occasione di grandi eventi pubblici come l’Expo 2015. Da non trascurare l’accento posto sul rapporto tra ambiente e lavoro, sulle buone pratiche imprenditoriali socialmente responsabili, sulla finanza che si possa ridefinire etica. La custodia del creato, luogo di incontro e di dialogo, può divenire anche luogo di annuncio di fede. Concludo questa riflessione sul recente grande Evento di Torino  con l’invito emerso dalla sessione di studio su Welfare : “Cari Vescovi, cari laici, non lasciamo cadere nel vuoto questo impegno, diamogli continuità, e concretezza sui territori. Solo così la famiglia potrà diventare  protagonista del bene comune ed essere speranza e futuro per l’Italia”. Adriana Marchia, Comunicazioni Sociali