CONFLITTI DI COPPIAE’ “Facciamo pace?! Attraversare i conflitti in compagnia delle coppie” il titolo delle giornate internazionali della Federazione Internazionale dei Centri di Preparazione al Matrimonio che si terranno quest’anno ad Assisti, Santa Maria degli Angeli, presso la Domus Pacis, dal 2 al 5 maggio. A organizzare l’evento, insieme a un comitato coordinato da Anna e Carlo Beltramo dei CPM di Torino e con la partecipazione dei presidenti nazionali dei CPM Marinella e Enrico Gualchi, il sociologo astigiano Luigi Ghia, direttore con la moglie Anna della rivista “Famiglia Domani”. Proprio con Ghia siamo entrati nel mondo del Centri di Preparazione al Matrimonio. Come descriverebbe le Giornate Internazionali della FICPM? “Sono un momento forte di formazione, di scambio di esperienze vissute, di amicizia. I Centri di Preparazione al Matrimonio sono diffusi in una dozzina di paesi europei ed extraeuropei. Ogni anno, e da ormai vari decenni,  chi si occupa di preparazione al matrimonio si incontra una volta all’anno in una nazione diversa in cui i responsabili nazionali organizzano un convegno su temi che riguardano la vita di coppia e di famiglia,  o anche, in modo più specifico, l’evoluzione della metodologia del servizio per la preparazione ai fidanzati che è il carisma dei CPM. Un momento forte e serio, ma in cui circola  una grande allegria perché, anche con le persone che si incontrano per la prima volta, si riesce sempre a creare un clima gioioso di amicizia. Si canta assieme, si balla, si prega, con quella preghiera che nasce dal cuore e non dall’obbligo,  si fa anche un po’ di turismo nel tempo libero. Sinteticamente, direi che tre verbi possono riepilogare il nostro cammino di preparatori CPM di coppie (fidanzate, conviventi, o sposate): capire, prima di tutto, evitando pregiudizi ideologici; accompagnare con atteggiamento comprensivo e misericordioso non solo a parole; e infine meravigliarsi tutti assieme per la Grazia del Signore che penetra in ognuno di noi attraverso le feritoie strette delle nostre fatiche e delle nostre fragilità. Queste non sono solo parole, ma un atteggiamento realmente condiviso da chi partecipa alle Giornate Internazionali e sul quale il CPM è disposto a giocarsi tutta la sua credibilità”. A quali edizioni precedenti ha preso parte?  “Non bastano le dita di quattro mani per enumerarle tutte… Da 24 anni mia moglie Anna ed io abbiamo il compito di dirigere la rivista dei CPM italiani “Famiglia Domani” e da allora, per quanto mi riguarda, ho quasi sempre partecipato alle Giornate internazionali della FICPM: tre volte in Canada, in Francia, una volta in Madagascar, un paio di volte in Svizzera, in Spagna e in Portogallo, in Belgio,  in Lussemburgo, una in Italia – a Lignano Sabbiadoro – e una in Croazia,nell’isola di Krk. A Lignano e a Krk ho avuto il privilegio di essere stato scelto tra i relatori. In Italia sul tema della globalizzazione e del suo rapporto con la famiglia; in Croazia sul tema del rapporto tra famiglia e beni materiali”. Di che cosa si parlerà ad Assisi in maggio?  “Non abbiamo avuto molta difficoltà a scegliere il tema. Quel grande romanziere che fu il parigino Gilbert Cesbron, autore di uno dei più bei romanzi anticipatori del Concilio, “Les Saints vont en enfer” (“I Santi vanno all’inferno”) sui preti operai, diceva che non siamo mai noi a scegliere gli argomenti, ma sono gli argomenti che scelgono noi. Ebbene, potremmo dire che noi siamo stati scelti da un tema oggi assolutamente attuale: il tema dei conflitti di coppia. Ma, attenzione, i conflitti non sono necessariamente un fatto negativo perché solo con un “altro-diverso-da-me” riesco ad avere un rapporto dialettico, dialogante. Dopo aver dialogato ci si scopre sempre diversi da come si era prima. Certo, non tutti i conflitti hanno un esito positivo, sono cioè una risorsa, una opportunità di crescita. Molti conflitti si trasformano in crisi di coppia ed anche di questo parleremo”. Quali esperti avete coinvolto? “Per la prima delle  due conferenze previste abbiamo scelto una coppia di Torino che attualmente si occupa di formazione, Roberta e Paolo Mirabella: ci diranno come gestire la conflittualità perché diventi risorsa; la seconda conferenza sarà tenuta da Milena Mariani,  una teologa laica, sposata, che attualmente dirige a Trento il corso di Scienze Religiose presso la FBK, Fondazione Bruno Kessler. Il titolo della conferenza sarà: “L’uomo non separi. La realtà del conflitto e il dono della pace”. Ma abbiamo anche organizzato una tavola rotonda che “ruoterà” (è il caso di dirlo) proprio sul tema dell’«attraversamento». Chi ne ha già fatto l’esperienza, sa che  attraversare il deserto –  realmente o metaforicamente: e la crisi di coppia può davvero rappresentare un deserto – implica sempre fatica, avventura, ma anche tensione verso una meta, speranza, confidenza, amicizia, perché il deserto si riesce ad attraversare se non si è soli: e poi per farlo servono una mappa, una bussola, serve fissare una rotta, e ogni tanto occorre fare una sosta e scrutare l’orizzonte.  “Mappa, bussola, rotta, soste e orizzonte” sono proprio le metafore sulle quali abbiamo costruito sia la tavola rotonda multilingue coordinata da Francesco Ghia. La mappa (il “vedere” la situazione, gli aspetti psicosociali del conflitto) vedrà la partecipazione di Lea Song, una sociologa coreana che attualmente vive a Pisa; la bussola (gli aspetti “spirituali”) sarà rappresentata dalla biblista romana Gabriella Del Signore;  la rotta (gli aspetti pedagogici dell’accompagnamento) sarà il tema trattato dai presidenti italiani dei CPM, Marinella e Enrico Gualchi di Torino; le soste (gli aspetti teologici, ma non la teologia di coloro che hanno solo delle certezze, che dall’alto della loro scienza ti dicono che cosa devi fare, ma la teologia dei poveri, di coloro che di certezze non ne hanno affatto, dei dubbiosi, degli affaticati, delle persone in crisi…) saranno visitate da un teologo belga francofono, Raymond Heusghens; infine l’orizzonte, che riguarda l’aspetto più propriamente pastorale, vedrà la partecipazione di un ‘esperta formatrice, Mariella Piccione del “Punto Familia” di Torino. Anche qui, va detto, si tratta di una pastorale “vera”, fatta da persone che non si sentono maestre di nessuno, che “accompagnano”, quando accompagnare significa talvolta condividere dei lunghi silenzi perché non sai che cosa dire, e allora in questo caso ti limiti a camminare con le persone che hai di fianco, senza dire nulla, cercando di capire che cosa esse vogliano dirti con il loro silenzio. Grande mistero (e grande ministero) quello dell’accompagnamento!  Le stesse immagini (le metafore dell’attraversamento dei conflitti) saranno utilizzate per i 12 workshop multilingue che abbiamo organizzato e che saranno coordinati da importanti esperti di formazione italiani, francesi, spagnoli, croati, ecc.  Noi diamo molta importanza ai workshop perché il nostro convegno non vuole partire dall’alto per “indottrinare”, ma dal “basso” per cogliere le esperienze e le sensibilità di tutti. È, se mi è consentita un’immagine geometrica, “a piramide rovesciata”. A queste giornate possono partecipare anche coppie e single non cattolici? “Assolutamente sì, e anche coppie non sposate, senza la necessità di qualificarsi in quanto tali. Non viene chiesto a nessuno il proprio stato matrimoniale, né l’appartenenza ad una Chiesa o a nessuna Chiesa. Due sono le parole che caratterizzano i CPM: rispetto e accoglienza incondizionata. Ci teniamo”. Come nasce il vostro interesse per il tema del matrimonio?   “A livello personale, Anna ed io ci occupavamo già di matrimonio qualche anno prima di dirigere “Famiglia Domani”, facendo parte della Commissione Diocesana della Famiglia; per quanto riguarda il CPM, l’Associazione ha iniziato ad occuparsi di preparazione dei fidanzati al matrimonio quando (sono ormai trascorsi più di quattro decenni) –   “staccandosi” non certo in modo traumatico, anzi!,  dalle Equipes Notre Dame che si occupano più specificamente di spiritualità di coppia in senso lato  –   ha voluto caratterizzare la sua presenza nella Chiesa con un servizio specifico”. C’è una ricetta per mantenere un matrimonio in salute?  “Non ho mai creduto alle ricette. Non vorrei scandalizzare nessuno, ma non credo neppure che il Sacramento del matrimonio rappresenti di per sé un antidoto miracolistico alla crisi, metta cioè al riparo dagli insuccessi, voglio dire che non c’è alcun automatismo. Piuttosto, credo importante che in un rapporto di coppia la differenza tra i due non solo venga tollerata, ma venga onorata come una risorsa e che soprattutto si impari a volersi bene oltre l’innamoramento. Oggi mi sembra abbastanza difficile far comprendere, soprattutto alle coppie più giovani, che innamoramento e amore sono due cose molto diverse e che amarsi è molto bello, anche se spesso faticoso, perché implica l’intervento quotidiano della volontà, proprio quando finisce la fase dell’innamoramento che è fondamentalmente basato sul sentimento. Sono anche consapevole che, soprattutto oggi, questa esperienza può non venire realizzata subito al primo tentativo. Ma qui mi fermo perché entriamo nel tema dei divorziati, dei divorziati risposati, eccetera, che non rientra specificamente nell’ambito del nostro Convegno. Segnalo che sul tema ho recentemente curato una pubblicazione alla quale rimando chi volesse approfondire ulteriormente questo aspetto della vita di coppia  (Luigi Ghia [a cura di], Se un amore muore. La Chiesa e i cristiani divorziati, Editrice Monti, Saronno 2010, pp. 197, €12,50) in cui oltre, ad alcuni saggi di “esperti”, sono presenti testimonianze assai toccanti di persone che hanno vissuto il fallimento matrimoniale”. Informazioni e iscrizioni: assisi2013@cpm-italia.it , http://www.cpm-italia.it/ MN