Prima di formulare ai vostri lettori e a tutta la Diocesi gli auguri natalizi, segnalo un dono che la Diocesi stessa, grazie al suo Progetto Culturale, ci ha consegnato recentemente. Non tutti sanno che a cura di questo progetto vengono pubblicati i Quaderni Pastorali, uno strumento prezioso che varrebbe la pena di conoscere e utilizzare maggiormente. Quest’ultima serie si sofferma sulle attuali situazioni sociali, con un titolo provocatorio: Non di solo pane. … e quando manca? Il dono come strumento di sviluppo.

Ringrazio chi ha contribuito a realizzare questo strumento e ne prendo ispirazione per unire i miei auguri a quelli di tutte le persone di buona volontà, che desiderano contribuire al superamento di questo difficile momento economico. Tra i tanti passi da compiere, di natura economica e politica, a me compete sottolineare l’importanza della fede.

L’augurio del Vescovo per questo Natale è quello di essere certi che il Signore non si dimentica di noi. Ogni persona e ogni famiglia custodisce nei propri ricordi l’esperienza di una Provvidenza Divina, che non lascia mai mancare nulla di essenziale. Quanti continuano ad arricchire la propria vita con il dono della Messa domenicale in questo tempo di Avvento hanno ricevuto il conforto di un messaggio grandioso: Dio non abbandona il suo popolo. Anche nelle più grandi preoccupazioni il Signore non ci abbandonerà mai.

Il pericolo è un altro: che noi ci dimentichiamo di Lui. Perdere di vista Dio è devastante, perché in sua mancanza siamo costretti a inseguire dei surrogati, fatti abitualmente di cose materiali, costose e insufficienti. In mancanza dei suoi insegnamenti dobbiamo ripiegare sulle nostre strategie, capaci solo di voli piuttosto bassi, come il proprio interesse, sempre meno raggiungibile per la conflittualità che comporta. Quando poi al posto di Dio, che propone una vita nell’ottica del dono, si sostituisce il nostro io, che comprende solo la logica del possesso, è veramente impossibile risolvere i problemi della vita sociale.

Non mi sento troppo romantico se auguro ai tutti di trovare il tempo di fare con calma il presepio, andando personalmente, o meglio ancora in famiglia, a cercare le statuine. Anche se Gesù Bambino lo collochiamo per ultimo, preferibilmente alla mezzanotte di Natale, conviene prenderlo in mano per primo, perché è Lui che viene fra noi per accompagnarci nella vita e per salvarci, a modo suo. Poi pensiamo a raffigurare l’ambiente che lo accoglie, suggestivo pur nella povertà e nelle fatiche di tutti quei personaggi che in definitiva siamo noi. Infine daremo un posto privilegiato alla capanna, povera e disagiata, ma dove uno stile di sobrietà e di ricerca dell’essenziale permettevano di vivere serenamente. Uno sguardo complessivo al presepio ci farà ammirare la disponibilità di ogni personaggio a mettere a disposizione di tutti quello che possiede e quello che sa fare, ricavandone il messaggio che la disponibilità a donare le proprie risorse è la via sicura per affrontare qualsiasi situazione. Il paradiso terrestre era un paradiso proprio perché vigeva la logica del dono.

Sarà più difficile che in anni passati fare dei doni, non per questo rinunciamo a essere dono. Sarà un contributo determinante per superare le situazioni di questo tempo così precario.

Francesco Ravinale