Il vescovo porta a conoscenza che “il Consiglio Presbiterale, nell’adunanza del 30 gennaio scorso, dopo aver esaminato la situazione complessiva del clero diocesano e regolare, nonché delle piccole parrocchie in contesti frazionali, è venuto nella determinazione di avviare un processo finalizzato all’accorpamento di alcune di queste entità a parrocchie limitrofe situate nelle zone concentriche”.
Si allega un primo elenco di dettaglio delle parrocchie coinvolte precisando, peraltro, che è tuttora in corso una disamina mirata ad individuare, d’intesa con i parroci di riferimento, ulteriori realtà potenzialmente interessate dal provvedimento in discorso.
“Tale determinazione – spiega il decreto vescovile – giunge a valle di un’analisi sempre condotta con i Parroci interessati e indotta dalla notoria persistente situazione di scarsità di clero, incrociata peraltro con altri fenomeni significativi, che hanno nel tempo determinato un mutamento della fisionomia del nostro territorio, quali, ad esempio, il costante calo demografico delle frazioni, progressivamente abbandonate a favore degli agglomerati urbani più grandi; il complessivo miglioramento del sistema viario e dei trasporti, che ha reso nel tempo più agevoli gli spostamenti da frazione a concentrico e viceversa; l’esigenza, sempre più pressante, di perseguire la semplificazione dei complessi adempimenti amministrativi che caratterizzano gli enti ecclesiastici, indipendentemente dalle loro dimensioni.
“Situazioni tutte che, combinate fra loro, rendono ormai non più differibile concentrare sempre più le iniziative pastorali in termini di maggior selettività ed efficacia, senza ovviamente trascurare il patrimonio storico, culturale e di tradizione popolare dei territori interessati, segnatamente in quelle realtà che continuano ad esprimere una preziosa vivacità nella partecipazione alla vita ecclesiale.
A quest’ultimo proposito appare superfluo sottolineare che questa iniziativa non si prefigge né, tanto meno, si deve tradurre nella generalizzata diminuzione dei servizi pastorali e liturgici nelle zone interessate, bensì si propone di perseguire il miglioramento dell’impiego delle risorse ancora disponibili a favore di quei contesti che, indipendentemente dalla collocazione geografica, richiedano una maggior prossimità dei sacerdoti, continuando peraltro a valorizzare il già importante contributo dei fedeli laici, da coinvolgere in modo sempre più qualificato negli organismi consultivi e nelle attività che possono essere loro affidate sulla base delle potenzialità e delle attitudini manifestate dai singoli”.
I parroci e i collaboratori delle parrocchie coinvolte saranno interessati nei prossimi giorni per avviare l’attività progettuale finalizzata a conseguire l’accorpamento, che comporta l’esecuzione di una serie di adempimenti istruttori, per i quali è anche prevista l’opportuna assistenza dei competenti Uffici della Curia diocesana.