Si terrà stamattina, alle 9.40, in Duomo, quella che fu la sua chiesa per quasi 50 anni, la Messa funebre per don Matteo Scapino, mancato martedì mattina all’ospedale dopo alcune settimane di ricovero. Nato a Cisterna il 15 settembre 1925, figlio di Bartolomeo e di Gallino Anna, che era ostetrica del territorio, fu ordinato presbitero il 27 giugno del 1948 da mons. Umberto Rossi all’età di neanche 23 anni, dopo essere stato capofila di una vera schiera di seminaristi e poi sacerdoti nativi di Cisterna, guidata allora dall’energico don Cozzo, che affidava proprio al futuro don Matteo la guida dei seminaristi cisternesi durante le vacanze estive. Dopo tre anni di vicecura ad Agliano, dove è ancora ricordato dai giovani di allora, tempi caldi di Azione Cattolica, fu chiamato in Seminario come direttore di disciplina e ben presto nominato canonico del Duomo dal nuovo vescovo mons. Giacomo Cannonero, che nel 1954, quando don Scapino aveva appena 29 anni, lo incaricò del compito di parroco della parrocchia della Cattedrale, formalmente di canonico curato della stessa in nome del capitolo. Questo onorevole e pesante incarico il can.Scapino lo portò fino al 2004, quando il vescovo Ravinale lo nominò canonico penitenziere con l’incarico di confessore nella collegiata di san Secondo, incarico che svolse per una decina di anni con grande zelo. Del resto lo stile carico di passione pastorale di don Scapino è noto a tutti i parrocchiani del duomo ma anche in tutta la città, cura per le anime con grande impegno liturgico ed evangelizzatore (fu sua l’iniziativa dei gruppi di famiglie per lettura e commento del vangelo), ma anche attenzione agli aspetti edilizi, come la costruzione della nuova casa canonica in via San Giovanni e il restauro della gran macchina della cattedrale con il ripasso strutturale del tetto e di tutta la superficie esterna. In quel periodo si fece anche estensore di una storia dell’edificio, il più grande della città, lasciando poi spazio ai lavori di restauro della chiesa di San Giovanni con lo scavo archeologico del cortile che permise di scoprirvi lo storico cimitero, il battistero di santo Stefano e i resti lapidei e musivi di epoca romana. Poi il tempo dell’impegno di confessore in San Secondo e quindi il momento della sosta nella casa delle Figlie di Nostra Signora della Pietà, dove si dedicò alla preghiera, alla lettura e alla direzione spirituale, fraternamente assistito dalle suore, lieto di potere avere qualcuno con cui parlare, meglio esercitare il carisma della parola che lo ha caratterizzato in tutta la sua lunga vita. C.V.