Francesco RavinaleVerrà presentata questa mattina nella sala Malabaila del vescovado di Asti, la tredicesima lettera pastorale del vescovo Francesco Ravinale che accompagna l’apertura del nuovo anno sociale e pastorale. “Aumenta in noi la fede” si articola in nove capitoli dai titoli molto signifi cativi e offre in apertura un’indagine puntuale delle problematiche di oggi determinate dai rapidi mutamenti sociali e dalla secolarizzazione che avanza. Forte deve essere la preoccupazione della Chiesa per la prima generazione incredula e per il futuro non tranquillizzante che ad essa si prospetta. Già il recente incontro mondiale del Papa a Milano con le famiglie si apriva su questa prospettiva: famiglia, lavoro e festa. Viene perciò accolto l’invito proposto da Santo Padre a riscoprire nell’Anno della Fede le motivazioni più profonde di vita per i giovani e la nostra comunità, attraverso una rinnovata valorizzazione dei testi del Concilio Vaticano II, di cui ricorre, l’11 ottobre 2012, il 50°anniversario di apertura. Anno che terminerà il 24 novembre 2013 Solennità di nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo. “ La fede è la grande forza che permette di affrontare qualunque diffi coltà e situazione… L’esperienza insegna che non solo nel fatto religioso, ma in ogni situazione, chi non crede a quel che sta facendo, risulta fragile ed ineffi cace – afferma monsignor Ravinale – ed anche incapace a rimuovere “molti macigni che prendono volti diversi: sfi ducia, scoraggiamento, demotivazione, pigrizia, passività, rancori non superati, sofferenze di cui non si percepisce il senso…” Alla solitudine di chi cammina da solo viene rivolto l’invito a fare della fede una conquista di vita e per chi già crede, una riscoperta del dono ricevuto. La fede di Abramo, modello del credente gli diede forza e lo rese grande nel momento della prova: per questo all’uomo d’oggi viene proposto di imitarlo nel suo itinerario di fede con un abbandono fi ducioso. Ma l’icona più vicina, forse, a noi è Tommaso, l’apostolo che ha vissuto le problematiche della fede, prima di accogliere in comunione con gli altri apostoli l’invito del Maestro, il Risorto a sperimentare personalmente i segni del suo amore. “Anche ai nostri tempi – ricorda il vescovo – è richiesto l’impegno personale di aprire il cuore alla Parola di Dio come fece Lidia (una delle donne da cui S.Paolo andò di sabato per annunciare il Vangelo) e di favorire ambienti di diffusione della fede”. Per questo l’azione della nostra Chiesa nella quotidianità vuole essere un cammino verso Gesù Via Verità e Vita: riscoprendo i sacramenti dell’iniziazione cristiana, approfondendo i documenti del Concilio Vaticano II e il Catechismo della Chiesa Cattolica, mostrando i frutti della fede attraverso testimonianze personali di vita vissuta. Non mancheranno pluriformi iniziative di valorizzazione della carità. Nell’affidare il nuovo anno pastorale alla Madonna, modello di fede, il Vescovo si augura che in ogni Vicaria quest’esperienza venga iniziata presso uno dei tanti piccoli santuari mariani che ornano le contrade della nostra Diocesi.