Ritorna il presepe vivente alle casegrotta di Mombarone. La sacra rappresentazione è  prevista per sabato 18 dicembre, sperando appunto se non proprio nel bel tempo, almeno in una situazione non così proibitiva come nel 2008, quando cadevano blocchi di terra franante, o come nel 2009, quando la neve gelata impediva letteralmente l’accesso al sito. In precedenza il presepe si è svolto per cinque anni consecutivi, dal 2003 al 2007, con partecipazione sempre crescente, vista la suggestione impagabile del luogo, che è quanto di più simile si possa trovare nell’astigiano alle grotte di Betlemme, ma anche visto l’impegno dei mombaronesi e di molti amici che si dedicano a rappresentare la nascita di Gesù con tutto il contorno di figure e mestieri dell’epoca o almeno del nostro passato contadino.
Inutile dire che i mombaronesi sono da tempo al lavoro, sotto la guida di Adriano Franco e Mario Franco, proprietari dei terreni dove sono scavate le casegrotta, antiche abitazioni di uomini e animali, e di Damaso Degioanni, presidente della circoscrizione e pure proprietario degli asini che portano la Madonna e riscaldano la grotta insieme con la classica placida mucca.
Comunque tutto è disposto per la serata di sabato 18 dicembre, con la partenza a piedi con fiaccole alle ore 20 dalla chiesetta della confraternita di Sant’Andrea Corsini all’uscita dal paese per una camminata di avvicinamento che dura una mezz’oretta. Ma è possibile l’accesso alla zona della fontana del Boglietto, di dove si può procedere solo a piedi, con bus navetta predisposto dall’organizzazione.
Verso le 21 la sacra rappresentazione dell’arrivo di Maria e Giuseppe, la ricerca di una dimora per la nascita di Gesù, col susseguente arrivo dei pastori e poi dei magi. Il racconto dell’evento sarà intervallato da canti presentati dalla corale riunita di Mombarone-Serravalle-Sessant e seguito dalla visita alla grotta della natività, dal percorso per l’intero sito dei crotin ad ammirare i vari mestieri degustando magari castagne, patate cotte alla brace, pane appena sfornato e vin brulè.
Insomma una serata da non perdere sia per il suo valore rievocativo del Natale del Signore sia per l’esperienza umana del ritorno a situazioni di vita del passato da cui ancora si può molto imparare.

Vittorio Croce